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Nativi americani vittime del petrolio

Creato il 24 aprile 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

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Quando vanno a caccia trovano alci infestati dalle larve, a pesca trovano pesci con due teste. Non è un incubo né un film horror ma la vita quotidiana della nazione Lubicon Lake, in canada, vittima degli effetti del petrolio. Nativi americani, “indiani d’America”, ancor oggi alle prese con i trattati di potenze incontrollabili per loro, così lontani dal progresso e dall’economia del petrolio. Un tempo erano i trattati stipulati con gli Stati Uniti d’America, rispettati con l’effetto dello sterminio delle popolazioni native, e oggi sono i trattati con le compagnie petrolifere.

Il territorio è ricco di petrolio, e che gli “indiani” ne patiscano le conseguenze fino a veder morire di cancro i loro cari non sembra molto importante. Espropriati, cacciati, confinati, i nativi americani non hanno oggi, come non l’avevano un tempo, la forza per contrattare, opporsi, respingere i tentativi di sfruttamento del terreno su cui vivono.

L’Oleodotto XL Tar Sand vale più della sovranità dei Lubicon Lake, più della loro salute, più del loro stile di vita, delle loro tradizioni. Agli “indiani d’America”, come spiega il sito http://www.nativiamericani.it/?p=9832, non resta che pregare e lanciare petizioni, ancora in lotta per la sopravvivenza.

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