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Natività

Creato il 24 dicembre 2011 da Alboino
La festa celebra il bambino, la sua espulsione dal grembo, l’irruzione della prima aria nei suoi polmoni di pesce nella vasca materna. Ma festa maggiore è quella di Miriam/Maria che spinge e contrae il suo ventre nella notte invernale di Bet Lèhem, Betlemme, casa di pane. Suo figlio andava sfornato lì, lontano dalla Galilea, da Nazaret, suo domicilio. La festa è di Miriam/Maria, madre da viaggio. Bet Lèhem, Betlemme sta in Giudea, meridione d’Israele. Ioséf/Giuseppe è nato lì, poi trasferito al nord, in Galilea. Iosèf era un operaio del sud emigrato per trovar lavoro al nord. Non gli deve essere dispiaciuto partire per il censimento, voluto dai Romani, che obbligava a farsi registrare nel luogo di nascita. Quel figlio di Miriam/Maria sarebbe nato lì, a Bet Lèhem.Ieshu/Gesù per nascita è un meridionale, e anche per gusti. Se la faceva coi pescatori, riconosceva il pesce fresco, inaugurava pescate miracolose. Bet Lèhem, casa di pane: per companatico i pesci, questa è una storia del sud. Moglie senza le nozze, vergine inseminata a voce dall’annuncio: secondo il Cristianesimo non conobbe gli abbracci. Però le doglie della partoriente sì, quelle senza risparmio, senza le anestesie miracolose e senza levatrici. Miriam/Maria si lasciò confondere dal taglio del cordone. Lo allattò, il figlio era quieto non piangeva. Lo allattava più a lungo, per avere un motivo di abbracciarlo. Poi lo lasciava e lui tornava a fare disegni e lettere sopra polvere, sabbia. Poi cancellava. Non voleva lasciare scritto niente. Quel figlio assorto a scrutare le frasi di Isaia profeta, metteva in  soggezione Ioséf. Quel figlio salvato in sogno, unico resto di una strage specializzata in bambini: farne un falegname, figlio di falegname, gli sembrava uno spreco. Forse diventerà un sapiente in Israele.Ieshu, Gesù, da “iesha” salvezza, un nome di fortuna perché una notte il messaggero in sogno a Ioséf/Giuseppe ordinò la fuga in tempo, prima della strage. Un re senza coscienza sterminava bambini di Bet Lèhem credendo alla notizia che in quel posto era da poco nato un nuovo re, dunque un usurpatore del suo trono. Il potere di uccidere è una prerogativa dei tiranni. Quello di salvare, no, appartiene ad altro magistrato, che con un messaggero ordinò la fuga e la salvezza. Festa di padre per il figlio maschio, vengono con formaggio i pastori accampati nei dintorni. Conoscono le stelle, ci dormono accovacciati sotto e sanno che le stelle hanno lettere, linee, che le notti sono pagine stese. Vengono a congratularsi, “è nato un maschio”, i pastori, uomini che vegliano e sorvegliano greggi e stalle.La voce del messaggero le aveva lasciato un seme di futuro prescritto. Lei vorrebbe essere Isoéf/Giuseppe, che vuole bene al figlio, ma non è carne sua. Lei vorrebbe essere il figlio per mettersi al suo posto addosso al legno. Così sono le madri. Natale è festa di mammifera ferita.      Natività

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