Il ministro Di Paola ha quindi individuato il percorso per la Nato nella versione post-Isaf con una strada che porti a ”nuove parnership aperte anche al Brics (cioe’ a stati come il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e Sudafrica, ndr)”.
”Tutti aspettiamo l’evento di Chicago (la prossima riunione Nato che si terra’ il 20 e 21 maggio prossimi) come si trattasse del messia in Terra. Spero non si abbia una delusione. Certamente – ha spiegato il ministro – l’Afghanistan sara’ il tema centrale per tutte le amministrazioni”.
Secondo Di Paola, infatti, proprio il ritiro, previsto nel 2014, dal territorio afghano rappresentera’, anche per la Nato, una sorta di spartiacque. ”Ci troveremo – ha quindi detto – senza immediate funzioni operative e senza un clima da guerra fredda; quindi – ha aggiunto – occorrera’ aprire una profonda discussione e riflessione su cosa potra’ esser la Nato del futuro. Chicago, spero, possa essere l’inizio di questa riflessione, cioe’ su quale sostanza dare al concetto strategico elaborato a Lisbona, insomma cosa pora’ essere in futuro, la Nato”.
Da qui la considerazione della necessita’ di aprire l’Alleanza a nuove partnership, verso cioe’ i paesi emergenti e anche verso la stessa Russia.
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