Nato e Usa inviano supporti aerei nei Paesi Baltici
La Crimea è a tutti gli effetti una regione russa. Le prime conseguenze a livello internazionali sono note: minacce diplomatiche, conseguenze economiche inevitabili ed esclusione di Putin dal club dei “Potenti amici” del G8. Ma la visita di Barack Obama in Italia non è stata affatto casuale, così come i summit europei a Bruxelles. C’è di più?
L’agenzia di stampa statunitense United Press il 2 aprile, dichiara l’incremento di pattuglie aeree nei pressi dei Paesi Baltici: Lituania, Estonia e Lettonia. Gli Stati non avrebbero preso molto bene l’operazione di “riconquista” della Crimea per diverse ragioni: la soffocante vicinanza con la Russia, il passato sovietico dei tre Paesi e la presenza etnica russofona nella zona, sopratutto in Lettonia.
Immaginare una volontà di Putin di riconciliare questa comunità alla “Madre Russia”, appare alquanto utopica e anacronistica. Ma il nervosismo nei tre Paesi si è fatto sentire eccome.
L’aiuto della Nato e degli Stati Uniti appare così un’operazione distensiva. L’invio di 10 caccia F15 accrescerà il numero esile della flotta aerea della regione, con la possibilità di ulteriori miglioramenti.
A chiarire lo stato d’animo della Lituania le parole del Ministro della Difesa Jouzas Olekas: “Non posso dire si tratti di una Guerra Fredda, essendo la situazione caldissima – continua il ministro – la Russia ha invaso parte dell’Ucraina concentrando le loro forze militari ai confini. Credo dovremmo essere pronti a difendere il nostro Paese nel caso l’aggressione continuasse”.
Le parole di Olekas si riferiscono alle presunte mire di Putin di continuare l’avanzata in terra Ucraina per annettere quelle regioni che si professerebbero filo-russe. In questo modo, in caso di avvicinamento dell’Ucraina all’Unione Europea, la Russia continuerebbe ad avere un certo controllo sullo Stato che si affaccia al Mar Nero.
Il messaggio della Nato, degli Stati Uniti e dei Paesi Baltici risulta chiaro e preciso. L’incremento aereo non è soltanto una forma di difesa preventiva bensì un avviso a quella remota, ma non impossibile, volontà di Putin di “spingersi” un pò più a Ovest.
Gli aerei di pattugliamento sarebbero in in una situazione di quotidiana allerta, sorvolando 24 ore su 24 i cieli della regione. Secondo i centri di comando Nato si è notato un incremento di attività aeree anche da parte dei Russi.
“Abbiamo notato una lenta, ma costante crescita in linea con le ambizioni russe” dice Stephen Richards, direttore dell’Air Operations Centre.
“Le loro forze aeree hanno ricevuto più soldi negli ultimi anni e mesi, lo sappiamo. Tutti sanno, ed è evidente l’accrescimento di attività aerea. Vorrei tanto dire che non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma dovremmo prima esserne sicuri”. Certezze, che evidentemente mancano.
In attesa delle dichiarazioni, si spera il meno “politichesi” possibile, dei principali leader europei mondiali, Vladimir Putin rispondeva così alle domande sulla questione baltica: “Non c’è alcuna intenzione di andare oltre l’annessione della Crimea in Ucraina, ma la Russia difenderà i russi in qualsiasi Paese, nel caso ritenesse la libertà e la sicurezza dei propri cittadini in pericolo”.
In Estonia la popolazione di etnia russa ammonta al 25%, in Lettonia la percentuale cresce arrivando al 37%. In Lituania la situazione è molto differente con la presenza di una comunità russa ridotta al 6% al pari dei polacchi, in netta minoranza al 83 % di lituani.