Non é solo la mia esperienza personale.
Metti che io mi lamento del fatto che lui, l'uomo di casa, quello adulto per intenderci, si rimbambisce avendo un bebé in casa. Prima tutto contento ed eccitato, poi isterico, ora torna la tranquillitá. Ma solo perché si occupa delle cose piú divertenti del pupo, come portarlo fuori al pomeriggio, o giocare una mezz'oretta con lui.
Bene, in quanto alla relazione di suddetto adulto e la madre del pargolo il fatto é che tutto cambia. Mi sento dire "é normale" che durante i primi mesi, soprattutto se allattando, la relazione cade in crisi.
Prima di tutto sfatiamo il mito che le madri son isteriche perché allattano. A me non comporta nessun problema, solo mangio come un lupo e continuo a dimagrire, e sinceramente ringrazio tutto questo visto che posso mangiare tutta le cioccolata che voglio senza sentirmi in colpa. Quindi assicuro che l'allattamento non rende le donne isteriche. E non stanca, visto che recuperi le calorie perse mangiando.
Le madri sono isteriche perché si ritrovano sole ad affrontare un bimbo che non dorme, che vuole sempre mangiare, che sporca 10 pannolini al giorno, che devono tenere in braccio per almeno 8 ore al giorno, mentre lui, il padre, con la scusa o meno del lavoro o del fatto che non ha la tetta, si puó tranquillamente togliere da tutti questi doveri. Esageriamo, ma non troppo.
Perché se esiste un uomo dedito alla prole e alla patner durante questi primi mesi ditemelo, che gli faccio un monumento! Sicuro esistono, e non per questo, comunque, hanno bisogno di elogi.
A noi madri non ci elogiano per ció che facciamo, perché é normale, é il nostro "dovere".
Gli uomini, al contrario, se prendono in braccio il pupo e gli fanno il bagnetto o gli cambiano il pannolino diventano degli eroi. Prendi per esempio quando escono con il passeggino. Tutte le donne, almeno qui, ammirandoli, bravi padri di famiglia che escono con i bimbi...Se invece al suo posto c'è la madre subito si pensa che sia un'isterica che deve correre da una parte all'altra per le spese, trafelata...quelle piú tranquille son di solito accompagnate dalle madri, che di solito spingono il passeggino mentre loro camminano stanche affianco. Se si mettono in tiro, ossia dedicano tempo a loro stesse, di solito escono con amiche che guardano al loro bimbo con allegria e affetto.
A parte questo, le madri sono isteriche, passano giorni e notti con il pupo, 24 ore ininterrotte, e se il padre si offre per portarlo fuori lui é un santo, lei invece é una madre che ha bisogno di rilassarsi...1 o 2 ore...se le va bene...
E poi loro, gli uomini, si lamentano, si sentono messi da parte, si sentono persi, senza le loro donne di casa che li venerano e coccolano. E scoppia la crisi. Loro non son piú i bimbi di casa, loro, gli adulti, che perdono tempo davanti alle Play, che invitano gli amici per i tornei, che guardano le partite urlando per i gol. No, loro son adulti che hanno dei doveri.
É crisi!
E le donne che dicono? Che mi dicono le altre donne quando io rispondo che non ci sto, che non é giusto, che le donne devono farsi valere? Mi dicono che é normale, che la crisi c'è sempre, che bisogna aspettare, dai tempo al tempo, vedrai che cambia, non prendere decisioni affrettate, vedrai é la stanchezza, riposa e pensaci, accetta.
Ma allora, ma la rivoluzione femminista dov'è?? É mai esistita? Non ditemi che le donne hanno lottato solo per togliersi i reggiseni ed avere qualche diritto fuori casa. E in casa come la mettiamo?
No, mi dispiace, son troppo femminista, continuo a non accettare, e non mi azzittisco. Io dico no a tutto questo. Voglio un figlio, bene, accetto dei cambi, ma non accetto che devo accettare tutte le conseguenze. Io rimango sempre una persona pensante e con dei desideri, non perché ho un figlio devo accettare di veder scorrere la mia vita senza poter dire la mia, senza prendere decisioni.
La mia natura é cosí, non riesco a mettere radici, non riesco a farmi piacere qualcosa che mai mi é piaciuto. Ci ho provato, e chi mi conosce lo sa, e chi mi conosce bene sa anche lo sforzo giornaliero che faccio per stare qui in questo paese. Mi sforzo ogni giorno per qualcosa che non amo. E come vorrei amarlo, giuro, lo vorrei tanto.
Anche se ho un figlio non significa che io cambi parere, che cambi la mia forma d'essere, che io accetti cose che prima non accettavo.
Eppure la natura femminile sembra essere descritta solo come l'angelo del focolare, ormai modernizatto che anche porta uno stipendio a casa, con mille paranoie riguardo alle ore dedicate al lavoro invece che ai figli, ma che ancora deve accettare compagni che scioccati dalla nascita di un bimbo regrediscono ad uno stato adolescenziale facendo pesare tutto sulla donna. E le donne che fanno? Litigano, dicono la loro, ma poi accettano. Per il bene dei figli.
Per il bene dei figli????
Ma che bene é questo se tu sei infelice? Se tu passi dei mesi tremendi con un compagno che non ri capisce e non ti appoggia, mentre cresci una creatura stupenda ma che ti sfinisce perché ha bisogno di te e tu non hai le forze necessarie per far fronte a tutto.
Donne che passeggiano i figli con aria stanca, triste, mentre i figli non possono guardarle negli occhi, mentre loro scoprono il mondo e le madri scoprono che si sentono sole.
Ma continuano a far figli, poi. Continuano ad accettare che l'uomo se ne lavi le mani.
Quanti esempi ho visto ormai in questi mesi, quante donne stanche, mariti allegri, figli passati tra le braccia di nonne, suocere, amiche volenterose. Per chi le ha, almeno.
Ed io mica voglio finire cosí.
Io scopro un mondo, almeno qui, di madri che non mi rispecchiano, che vivono qualcosa che non é nella mia natura, che non mi fanno cambiare idea. Perché io son il bicho raro, e anche se dicono che gli uomini italiani son maschilisti, io noto che non c'é differenza con i cugini spagnoli.
Loro si sentono piú indipendenti perché lavorano e fanno figli come coniglietti.
Magari mi sbaglio, ma ne parleró un'altra volta.
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