Autrice: Claudia Tonin
Titolo: Le Cronache di Gaia – Nautilus
Anno: 2012
Pagine: 264
Casa editrice: Edizioni Domino
Genere: Fantascienza, Fantascienza distopica
Formato: Cartaceo
Trama:
Sono passati dodici anni e Sam non è più il neonato che Moira stringeva tra le braccia mentre metteva piede su Marte. Il ragazzo è cresciuto assieme al senso di disagio verso la società femminile di Gaia. Nonostante l’amicizia che lo lega a Johanna, lasciare la sua famiglia e andare a sud, nella scuola maschile del Forte, è proprio quello che desiderava. Non sarà solo, suo padre e Johannes lo seguiranno passo a passo mentre nuovi amici gli si stringeranno attorno.
Anche Han Chan Mei lo segue da lontano, sa che quel ragazzo potrebbe diventare un problema. Per questo è stata generata una bambina molto speciale e ha preparato una nuova governatrice in grado di tenere testa alla resistenza.
Giudizio:
Prima di poter parlare di Nautilus il menestrello deve fare una precisazione e partire dal primo volume de Le Cronache di Gaia. Infatti, se in Nautilus si capisce da subito quali e quante siano le problematiche della società di Marte, non bastano le due pagine di riassunto per far capire al lettore la nuova civiltà che ha trasformato la Terra in Gaia. In Pearls viene mostrato come la società terrestre abbia visto un radicale cambiamento e come le sette donne responsabili della nascita del nuovo mondo abbiano portato a termine un genocidio in piena regola, relegando il genere maschile alla Nuova Zelanda prima e su Marte dopo.
Nata nel sangue e cresciuta sotto la repressione, la società di Gaia è funzionale ed efficiente, praticamente asettica. Le donne nate nel nuovo ordine non sanno cosa siano i concetti di famiglia e di amore, per quanto perfetta Gaia è piena di ombre e persino alcune delle persone nate e cresciute secondo la nuova mentalità nutrono dei dubbi al riguardo.
Tutto ciò non inficia affatto l’ambientazione mostrata dalla Tonin, anzi proprio i difetti e le incongruenze di una società complessa e chiusa donano all’intreccio profondità e per certi versi la rendono realistica.
In contrapposizione con Gaia, la società di Marte che vediamo in Nautilus sembra caotica e la convivenza forzata tra i generi rende l’idea di quanto siano radicalmente cambiate le regole: per i bambini (maschi) marziani è difficile avere delle amiche e persino reagire a simili atteggiamenti viene considerata una minaccia al nuovo ordine mondiale. Tanto che al compimento dei tredici anni i maschi vengono inviati all’accademia dell’emisfero sud conosciuta come il Forte, dove resteranno fino ai vent’anni. Le femmine invece possono decidere di tornare su Gaia, intraprendere la vita che le sorelle fondatrici decideranno per loro e continuare a servire Gaia.
In Nautilus vediamo per l’appunto questo tipo di suddivisione tra gli uomini di Marte, le donne di Gaia e il vecchio ordine, ovvero famiglie composte di padre, madre e figli. Tale concezione non esiste più su Gaia e le donne che vengono dalla società femminile non riescono a comprendere coloro che accettano di vivere insieme agli uomini, fomentando semmai ancora più l’intransigenza e l’incomprensione di Gaia nei confronti dei maschi.
Il menestrello potrebbe continuare per giorni nel descrivere le due società create dalla penna dell’autrice, ma preferisce non aggiungere altro, lasciando ai lettori il piacere di scoprire le innumerevoli sfaccettature della società di Gaia.
La stessa coralità la si ritrova nelle pagine del libro e nel raccontare gli eventi l’autrice riesce a far parlare i vari personaggi senza scegliere un vero e proprio punto di vista definito, così nel corso della storia si palesano i grandiosi dialoghi tra i due protagonisti indiscussi in un continuo salto tra i pensieri dei personaggi che se nelle prime pagine confonde, lancia il lettore in prospettive sorprendenti quando l’autrice mostra i pensieri dei protagonisti o del capo della resistenza marziana, Andrej Kurikov.
Nautilus riesce a portare il lettore all’ultima pagina dando il costante senso che ci sia una silenziosa guerra tra le parti, in cui non sembrano esserci reali nemici o alleati incrollabili. La narrazione è spedita, anche dando al lettore tante informazioni, risulta snella e piacevole. Infine, la sua natura di capitolo di transizione riesce a mascherarsi fino alle ultime pagine, quando ci si rende conto che ancora è tutto da fare e l’intreccio non si è ancora svolto del tutto.
Sull’autrice:
Dopo essersi laureata in Lettere all’Università Ca’ Foscari, Claudia Tonin ha pubblicato alcuni articoli scientifici in importanti riviste economiche. Nel 2008 ha collaborato alla raccolta antologica degli scritti di Toniolo “Il concetto cristiano di democrazia. I fondamenti di una società organica” a cura del prof. Romano Molesti.
Nel 2011 ha esordito con il romanzo per young adult “Esedion”. Nello stesso anno ha scritto due fiabe, “Le avventure del cactus Matteo, di Furbettin e della Stella Vaga” e “Il ranocchio quasi principe”. Nel 2012 esce il primo capitolo della saga de Le Cronache di Gaia, Pearls, mentre è del 2013 il secondo capitolo, Nautilus.
Lerigo Onofrio Ligure