Notizia desiderata, sognata, richiesta a gran voce e voluta da tutto il movimento, che il presidente accompagna da queste illuminanti parole: “Non c’è disciplina sportiva se non maschile e femminile”. Parole che accolgo con tenerezza nel 21° secolo ed in una società civilizzata, e che richiamano alla mia mente il “ritenevamo che la donna fosse un soggetto handicappato rispetto al maschio …” pronunciate da Carlo Tavecchio, attuale neo-presidente FIGC, nel maggio del 2014. Un bel passo in avanti.
Dopo quattro anni di vita della serie A femminile, con una vertiginosa ed inaspettata forse, crescita dei numeri a 360° (squadre partecipanti, partite giocate, costi di gestione, straniere, rimborsi alle giocatrici, spettatori, addetti ai lavori, aziende coinvolte, ecc…) ma anche con una buona crescita organizzativa e strutturale di alcune società, il futsal femminile ha superato l’esame di maturità. Si apre ora la fase successiva, quella del “festina lente”, affrettati lentamente: “Ecco io penso che possiamo essere soddisfatti dell’approccio con il mondo femminile ed ora, con prudenza, ci faremo coinvolgere da questa realtà nuova sapendo che dovremo affrettarci per colmare divari tecnici e di esperienza significativi”, proseguiva ancora Tonelli.
La gavetta è finita, la Divisione Calcio a 5 riconosce ed abbraccia le proprie calcettiste e gli regala una maglia azzurra ed un mister di assoluto spessore. Roberto Menichelli, attuale CT della nazionale maschile di futsal, guiderà anche la nazionale femminile. Si partirà il 1° gennaio 2015, ma già da ora, nei palazzetti della serie A femminile, si sbircia sulle tribune per vedere se, per caso, c’è qualche suo osservatore.
Roberto Menichelli (foto Wikipedia)
Siamo in buone mani: mi piace la scelta di un mister non coinvolto nel mondo femminile e non ne temo assolutamente la mancanza di esperienza nella gestione delle donne. Gli faccio i complimenti per la nomina e gli auguro buon lavoro, certa che rimarrà positivamente impressionato dalle qualità tecniche, umane e professionali delle nostre calcettiste.La nazionale femminile realizza un grande sogno condiviso da tutti gli addetti ai lavori e da ogni atleta di qualunque disciplina, quello di rappresentare il proprio Paese nelle competizioni internazionali: “Io sono l’Italia, l’Italia sono io” con il cuore che va fuori giri mentre risuona l’inno di Mameli.
Sorrido pensando alle prime discussioni che si sono fatte subito dopo l’ufficialità della nazionale femminile di futsal affidata a Menichelli: non era meglio scegliere un mister che ha esperienza nel femminile? Ma quante oriunde indosseranno la maglia azzurra? E tu chi convocheresti? E tutti ad immaginare la propria formazione ideale.
Quando penso ad una nazionale femminile di futsal il mio pensiero va alle giovani più talentuose, a quelle che ho avuto la possibilità di veder giocare in queste prime giornate di Serie A e a quelle sparse in tutta Italia.
E penso che la maglia azzurra dovrebbe essere la loro. Questo è l’anno zero e nessuno chiede risultati sul campo. Non abbiamo trofei iridati da difendere, o qualcosa da dimostrare, ma solo un sogno da costruire, con i giusti mattoncini. E’ una scommessa che il futsal femminile deve vincere nel prossimo futuro, programmando cicli pluriennali.
Riporto e condivido: “Giovani e squadra nazionale, alfa ed omega, stelle polari del viaggio di ogni movimento sportivo”, parole ancora di Tonelli.
Viterbo Futsal Accademy (foto FB)
La nazionale femminile è un bellissimo ed importante ingranaggio appena aggiunto nel complesso meccanismo del futsal femminile italiano, in grado di sostenerne e favorirne lo sviluppo. Viene influenzato e a sua volta influenza tutte le altre componenti: sta ora ai vertici federali trovare le giuste soluzioni per integrarli e sfruttarne le potenzialità.Dietro le quinte dunque, nazionale femminile significa una rivoluzione culturale epica. Significa programmare, significa pianificare, significa fare strategia, significa coltivare oggi con passione e pazienza per raccogliere dopodomani. Ne saremo capaci?
(giovedì la seconda parte…)
di Letizia Costanzi