Quando si parla di sport, e in particolare di storia dello sport, ad un certo momento si arriva sempre a voler trovare il miglior atleta di tutti i tempi della disciplina in questione. Così facendo, si finisce di solito a discutere per ore con amici e conoscenti, perché quasi mai la scelta cade su un giocatore in maniera unanime. Gli appassionati di calcio si chiedono ancora se Maradona sia stato più forte di Pelè o se Messi sia riuscito a superare entrambi negli ultimi anni. Nell’hockey su ghiaccio pare esserci meno disaccordo, data la memorabile carriera di Wayne Gretzky, che con la stecca in mano è stato in grado di stabilire il numero più alto di gol, assist e punti dalla nascita dell’NHL ad oggi. Qualcuno però gli preferisce l’ex centro dei Pittsburgh Penguins Mario Lemieux, altri sono invece rimasti maggiormente impressionati dalle imprese di Gordie Howe o Bobby Orr. Lo sport è materia opinabile insomma e parte del suo fascino lo si deve anche a questo.
Venendo al basket, la situazione non cambia di molto. Anche in questo caso si hanno a disposizione almeno una decina di giocatori tra i quali trovare il migliore di tutti i tempi. I nomi che circolano sono sempre gli stessi e chi segue questa disciplina li ha già sentiti nominare più e più volte nel corso degli anni. Un atleta che probabilmente non è noto a tutti è forse Earl Manigault, leggenda dei playground che qualcuno ritiene essere stato una spanna sopra tutti i mostri sacri dell’NBA, pur senza aver mai calpestato una sola volta il parquet di un campo della massima lega di pallacanestro statunitense. Chi nella National Basketball Association ci ha giocato eccome, viste le sue 1072 partite disputate in carriera, è Michael Jordan. Presente in sei finali, le ha vinte tutte e sei, venendo sempre nominato MVP delle Finals oltre a cinque volte MVP della regular season. Il suo numero 23 sta al basket come il 99 portato dal sopracitato Gretzky sta all’hockey su ghiaccio. MJ non è stato solo un giocatore, ma un marchio che ha contribuito alla diffusione dell’NBA in tutto il mondo. Ma è davvero stato il migliore di tutti? Forse sì.
Bill Russell, se si considerano i titoli vinti in carriera, lo supera, potendosi permettere il lusso di indossare un anello su ogni dito delle mani e di avanzarne addirittura uno da tenere come riserva. Un outsider di lusso è sicuramente Wilt Chamberlain, l’unico ad aver segnato 100 punti in un solo incontro e capace in una stagione di viaggiare persino a più di 50 punti di media. Impossibile non citare poi due miti come Larry Bird e Magic Johnson, i quali hanno entusiasmato i fan del basket negli anni ’80 con la loro rivalità e con la loro classe. Tra i candidati allo scettro di miglior cestista di sempre non può di certo mancare Kareem Abdul-Jabbar, talento in grado di mettere a segno il maggior numero di punti in NBA (38.387) precedendo Karl Malone e Kobe Bryant, altri due campioni che con la palla a spicchi hanno sempre saputo cosa fare. In questa carrellata di nomi non possiamo poi dimenticarci di Hakeem Olajuwon, grande rivale di Jordan negli anni Novanta, Shaquille O’Neal, uno dei centri fisicamente più possenti mai visti sotto canestro, John Stockton, detentore del record di assist realizzati, e di tre giocatori ancora in attività, Tim Duncan, Kobe Bryant e Lebron James.Scegliere un solo nome tra questi non è di certo impresa facile e sicuramente qualcuno ne aggiungerebbe altri. A volte i numeri non contano e sono le emozioni che si provano nel guardare le movenze di un fuoriclasse a fare la differenza, a provocare quelle sensazioni che permettono a certe gesta di rimanere impresse nella memoria. Al di là dei titoli vinti, un giocatore che staccava da terra dalla linea del tiro libero volando nell’aria con la lingua fuori e con il pallone arancio nella mano destra per poi schiacciarlo nel canestro, si dimentica molto più difficilmente di altri.