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NBA Day By Day: Disfatta Bucks a Washington

Creato il 18 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nella nottata NBA i Milwaukee Bucks vengono travolti dai Washington Wizards al Verizon Center di Washington, Wizards che portano a 5 il numero di vittorie in questa stagione regolare.

Assenze pesanti per entrambe le squadre, i Bucks devono privarsi di Jabari Parker e i Wizards di Bradley Beal, oltre che di Alan Anderson (una delle 2 assenze un po’ più importante dell’altra). La partita dura realmente due quarti e mezzo, con i Wizards che piazzano l’allungo definitivo e mai più rimontato (anche se nel terzo quarto i Bucks si avvicinano fino al -6) nel secondo quarto, trascinati da John Wall.

Dopo la partenza del veterano Paul Pierce, vincitore dell’MVP delle finali coi Boston Celtics, Washington ha deciso di promuovere in quintetto il giovane Otto Porter, autore di grandi prestazioni durante i PO dello scorso anno (dove Washington si è dovuta arrendere ad Atlanta in semifinale) ed anche se non ha ancora trovato una grande continuità in questo inizio di stagione, la sua capacità di correre (non confrontabile con quella del più esperto Pierce, che preferiva altri ritmi) e di cambiare in difesa senza subire troppi mismatch, lo rende un fattore importante per la stagione dei Wizards, che in quel ruolo non hanno troppe alternative, specie se si pensa agli avversari che il giocatore in quel ruolo dovrà affrontare nella stagione (LBJ, KD e Leonard su tutti). In questa partita è uno dei migliori di Washington, mettendo in mostra la sua capacità di penetrare e di andare avanti e indietro per il campo ad alta velocità, seguendo il suo capitano Wall.

John Wall ha avuto un inizio non semplice in questa stagione NBA, non a caso è stato spesso Bradley Beal (al contrario con un inizio strepitoso) a doversi prendere le maggiori responsabilità in attacco. In questa partita, forse proprio per l’assenza della guardia da St. Louis, Wall gioca una partita quasi perfetta, mette in ritmo i compagni utilizzando la sua incredibile velocità con la palla in mano (in NBA seconda, forse, solo a Russell Westbrook) per cogliere la difesa Bucks impreparata e scaricare sull’angolo per i tiratori (Dudley, Neal e Temple, tutte ottime prestazioni le loro), tira col 70% dal campo mettendo anche 2 delle 5 triple tentate, triple che le difese tendono a lasciargli. Difensivamente è  fra i primi 3 playmaker dell’NBA, dato questo che viene spesso sottovalutato quando si giudica un giocatore di basket, sport in cui bisogna cimentarsi in entrambe le metà campo. Se Russell Westbrook avesse la stessa costanza e attitudine in difesa di Wall, probabilmente OKC sarebbe in automatico (salvo infortuni) in finale di conference.

Un’altra rivoluzione in casa Washington, partita proprio durante l’estate, è stata quella del reparto lunghi. Dopo le dichiarazioni di Marcin Gortat, che sosteneva la difficoltà di creare spazio in attacco con la compresenza in campo sua e di Nenè  (perché entrambi senza tiro da fuori), l’allenatore Randy Wittman ha optato per una soluzione simile a quella adottata dai Chicago Bulls per Gasol e Noah: quando è in campo Gortat (che parte titolare) l’altro lungo è Kris Humphries, capace di tirare da tre (46% in stagione) e mettere discretamente palla a terra per battere i recuperi, quando c’è Nenè è sempre lo stesso Kris a stare in campo, in alternativa viene utilizzato Otto Porter come AG.

Questa scelta non ha ancora pagato con i risultati sperati ma potrebbe essersi trattato solo di un processo di adattamento e questa partita fa ben sperare. Partita che, pur con l’ottimo attacco fatto vedere, è stata vinta dalla difesa, punto di forza dei Wizards della scorsa stagione e elemento imprescindibile da cui dipende l’esito di quella in corso, sognando per la prossima un ritorno alla città natia di KD,di difficile realizzazione se si pensa al tetto salariale NBA, ma non impossibile.

Final: #Wizards 115 – #Bucks 86 Wall 19p-9a Porter 19p-4a Dudley 13p-7r Gortat 12p-9r #WizBucks pic.twitter.com/mxyFnWJBAn

— Washington Wizards (@WashWizards) 18 Novembre 2015

I Bucks han costruito l’anno scorso una squadra fatta di lunghi che giocano piccoli e fanno dell’atletismo il loro punto di forza, un problema per la squadra col più basso pace dell’NBA (il numero di possessi giocati, in pratica i Bucks giocano ad un ritmo bassissimo pur avendo grandi atleti capaci di correre e di portare la palla). A ciò si aggiunge, specialmente in assenza di Parker, che il quintetto titolare dei Bucks è deficitario nel tiro da 3 punti: Giannis ha percentuali vicine al 31% ed è lo stesso per MCW, arrivato ai Bucks la scorsa stagione senza però convincere troppo i tifosi dei Bucks, e questo permette alle difese di adeguarsi non concedendogli le penetrazioni, ad Antetokoumpo in primis, e di raddoppiare sistematicamente l’uomo in post basso (solitamente Greg Monroe, arrivato da Detroit in estate per avere la possibilità di giocare da centro puro in una squadra). Sia il greco che MCW disputano una partita pessima, come detto più per colpa delle spaziature che loro, anche se la pessima difesa di squadra è merito (o demerito) di ogni singolo giocatore. Anche Monroe non riesce ad ingranare, grazie all’ottima difesa Wizards ed al poco spazio concessogli. Ottimo l’impatto dalla panchina di Henson, lungo giovane ed appetibile anche per altre franchigie NBA. Jason Kidd dovrà lavorare duramente per far ripetere ai Bucks la stagione dello scorso anno, specie in un est più competitivo, ma col ritorno in pianta stabile di Parker ciò sembra possibile. Sempre che non si superino addirittura le aspettative, Kidd ha portato i Nets in finale NBA per due anni consecutivi, raggiungere i PO con questa squadra sembra una passeggiata.

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