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NBA Day by Day: Knicks sconfitti ma a testa alta

Creato il 03 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

La scorsa notte alla World’s Most Famous Arena i New York Knicks hanno affrontato i San Antonio Spurs, perdendo 94-84 ma uscendo comunque con l’onore delle armi contro una contender per il titolo della NBA.

San Antonio Spurs lasciano New York da vincitori dopo le due partite con le squadre della Grande Mela, ma se contro i Brooklyn Nets è stata una passeggiata di piacere, contro i Knicks hanno dovuto sudarsi la terza W nella loro regular season NBA.

Coach Popovich, fresco di nomina ad head coach della panchina statunitense dopo Rio 2016, ha il problema di inserire LMA, free agent di lusso durante quest’estate, nel sistema quasi perfetto degli Spurs, un problema che vorrebbero avere metà delle squadre NBA. L’ex stella di Portland, tuttavia, ha scelto di andare ai San Antonio Spurs per vincere e sta facendo il possibile per entrare in sintonia con la mentalità della squadra, rinunciando ai moltissimi isolamenti che gli erano concessi a Portland e cercando di muovere sempre la palla, a volte fino all’eccesso. La differenza coi compagni rimane ancora, specie per quel che riguarda la velocità nelle letture del gioco. I SAS hanno certamente molti schemi predefiniti come tutte le altre squadre NBA, ciò che hanno di diverso è la capacità (di quasi ogni giocatore) di adattare in corsa i loro schemi con quello che succede in campo, prendendo decisioni velocissime sia individuali che corali che normalmente portano a tiri ad alta percentuale. Questo è dovuto ad un allenamento talmente efficace da far diventare queste decisioni istintive e non ragionate (quindi più veloci) e ad una conoscenza e familiarità reciproca di tutto il roster (il trio dei texani ha appena superato quello dei Celtics di Bird, Mchale e Parish come più vincente nella storia NBA, ma anche altri giocatori fondamentali del roster, come Danny Green, Leonard, Diaw, Mills ed anche il poco utilizzato Matt Bonner, sono a San Antonio da tantissimo).

È quindi normale che l’inserimento di LaMarcus Aldridge richieda del tempo, il laconico consiglio di Popovich per lui è comunque il migliore possibile: deve tirare. Infatti il problema più evidente di LMA in questo avvio di stagione di NBA (insieme alla poca velocità delle letture) è quello del rinunciare a dei tiri comodi, o comunque nelle sue corde, per far capire ai compagni che vuole giocare con loro. Notizia per Aldridge: lo sanno già. Sei a San Antonio, tutte le logiche di spogliatoio che esistono nelle altre squadre NBA qui non vigono. Il machismo tipico di alcune squadre, il segnare il territorio controllando le statistiche dei singoli giocatori ed il numero di tiri presi, il leader che deve segnare più di tutti gli altri altrimenti non è più tale, tutte queste dinamiche negli Spurs non hanno valore. Anzi, procedendo per assurdo, Coach Popovich non si farebbe problemi a tenere Tim Duncan, leader carismatico e non solo, perennemente in panchina se fosse sicuro che questo comporterebbe un vantaggio effettivo alla squadra, lo stesso Duncan (che fra l’altro è il giocatore che più sta cercando di coinvolgere LMA) sarebbe felice di aiutare i compagni in questo modo se ciò fosse richiesto dalle circostanze per far vincere la squadra. Quindi che LMA non si preoccupi, prenda i suoi tiri (come ha discretamente fatto in questa partita) e tutte le altre cose (spaziature e velocità nelle decisioni) si aggiusteranno con il tempo.

#LAslam https://t.co/Dtz4T1tgHY

— San Antonio Spurs (@spurs) 3 Novembre 2015

L’altro neo-acquisto Spurs è David West, ex titolare di quei Pacers che hanno spinto i Miami Heat di LeBron James al limite ed ex all-star NBA. Il lungo non ha esercitato una player-option da dodici milioni di dollari con gli Indiana Pacers, si è rimesso in gioco ed ha firmato un contratto annuale al minimo salariale (1,47 milioni per i veterani) con i San Antonio Spurs, per provare a portare a casa il primo anello della sua carriera. Coach Popovich sta inspiegabilmente limitando i suoi minuti in campo, ma il veterano sembra già essersi integrato con l’ambiente e la filosofia della squadra, quando entra in campo succedono cose buone su entrambe le metà campo (grandi scelte offensive e tostissimo in difesa) ed il suo plus/minus è ottimo. Popovich non può che essere contento di lui e i suoi minuti cresceranno sicuramente. Miglior prestazione dall’inizio della stagione di NBA per Tony Parker, il playmaker franco-belga batte a suo piacimento José Calderón sia in penetrazione sia con l’arresto e tiro sfruttando i blocchi. Sarà importante capire quale Tony Parker avranno a disposizione gli Spurs da qui all’inizio dei PO, dalle segrete sale di San Antonio non si evince quale tipo di problemi abbia ma non è certamente il Parker in corsa per l’MVP NBA di 3 anni fa, si spera però che non sia neanche quel Parker visto nella appena passata edizione degli Europei. Parker è fondamentale per San Antonio, non solo per la stagione in corso, ma anche per le future in quanto punto di congiunzione fra i Big 3 (di cui è il più giovane esponente) e il nuovo gruppo giovane (Leonard, LMA e Green). Eccellente (as usual) la prestazione di The Big Fundamental, effettivo playmaker della squadra: gli aggettivi si sprecano per questa leggenda dell’NBA, stupisce che negli ultimi 2 anni non sia mai stato inserito almeno nel second team all defense ma tant’è, i premi in NBA di solito vengono vinti da chi fa grandi statistiche. Duncan potrebbe essere il giocatore più decisivo anche in una partita dove non segna alcun canestro, da vero leader cerca di coinvolgere il più possibile LMA in attacco e fa contenti tutti i compagni. Leonard è in questo momento la prima opzione offensiva degli Spurs ed ha la licenza di improvvisare in post (non un problema per un giocatore che all’high school giocava da centro) ed in difesa limita drasticamente Carmelo Anthony, rifilandogli anche un paio di stoppate e mandandolo sugli aiuti del solito Duncan.

https://t.co/i2DzYgtLF1

— San Antonio Spurs (@spurs) 3 Novembre 2015

Il duo Ginobili - Diaw è positivo ma rimane silenzioso, resta comunque una delle cose esteticamente più belle da vedere del gioco, specie se Manu rimane in queste ottime condizioni fisiche mostrate nelle prime 4 partite di NBA, ottima come sempre la gestione dei suoi minuti da parte di coach Pop, che lo scatenerà sicuramente durante i PO.

Unico giocatore sotto tono è Danny Green, una costante negativa nelle prime partite. Non che sbagli scelte, è un grandissimo tiratore da tre e sta prendendo soprattutto tiri con spazio, solo che la palla non vuole entrare. A suo favore, però, quello che fa nella metà campo difensiva, dove fra le guardie è uno dei primi della lista.

Buona partita nel suo complesso per gli Spurs, le spaziature con Aldridge in campo devono però ancora migliorare. Nota a margine: Boban Marjanović fa il suo esordio durante il garbage time.

Dopo aver parlato male di tutti i giocatori ceduti o andati via nella scorsa stagione, Phil Jackson ha deciso di puntare sul rookie Kristaps Porziņģis, scelto con la quarta scelta assoluta. Come per tutti gli europei presi dai Knicks sono arrivati fischi da parte dei tifosi, ma l’anemico Porziņģis ha subito smentito tutti con ottime prestazioni e questa partita non fa eccezione. Prima di uscire per un lieve infortunio totalizza 13 punti e 14 rimbalzi, più uno schiacciante poster su LMA. In difesa se la cava, pur dovendo chiaramente mettere su massa per confrontarsi contro i lunghi NBA, non a caso è costretto anzitempo in panchina dai problemi di falli, realizza però tre stoppate mettendo in evidenza la sua mobilità di piedi e la sua capacità di elevazione. Come era prevedibile, è già diventato l’eroe del lunatico pubblico dei Knicks ed è elogiato da tutti i compagni di squadra e dall’allenatore.

ICYMI: This happened last night… https://t.co/xnTXCeCnMq

— NEW YORK KNICKS (@nyknicks) 3 Novembre 2015

Buoni segnali anche dall’altro rookie Jerian Grant (nipote di quell’Horace del primo three peats dei Bulls), che entra dalla panchina e mette a referto 12 punti. Interessante notare come le iniziali prestazioni dei rookie di quest’anno stiano superando le aspettative e mettendo in ombra le prestazione dei rookie dello scorso draft  NBA, considerato come uno dei migliori degli ultimi 10 anni. Coach Fisher utilizza per gran parte della partita la panchina, che aveva ampiamente contribuito alla vittoria nella scorsa partita conto i Wizards. Calderón in attacco rimane una gran bel giocatore ma è impresentabile nella metà campo difensiva.

Carmelo Anthony non riesce a ripetere l’ottima prestazione fatta contro Washington, ma affila già il coltello per la prossima partita di NBA contro i Cavs e l’amico-rivale LeBron James. Soffre terribilmente Leonard finche non decide di provare a lucrare falli. Non effettua comunque troppi isolamenti (grazie anche a Leonard che gli impedisce spesso anche solo di ricevere la palla) ed in difesa è scherzato dall’impassibile Kawhi Leonard, non lo tiene dal palleggio e non sembra avere i piedi (o la voglia) di inseguirlo sui blocchi enciclopedici del caraibico. Cancellata questa partita, Melo deve cercare di coinvolgere i compagni se vuole che i Knicks abbiano una possibilità di arrivare ai PO NBA.

Sembra che Phil abbia lasciato perdere per un po’ l’idea della “triangle offense” ed adotta quella del “in some way offense”, comunque a dispetto dell’anno scorso la squadra sembra avere grinta. Grinta e Porziņģis.

Tags:basket,Knicks,NBA,New York,New York Knicks,NY Knicks

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