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NBA DAY BY DAY: nel segno di Wade

Creato il 06 novembre 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Sono gli ospiti a trionfare nella partita NBA della scorsa notte a Minneapolis, dove i Miami Heat hanno la meglio sui Minnesota Timberwolves

Entrambe le squadre sono reduci da una sconfitta, contro gli Atlanta Hawks gli Heat e contro i sorprendenti Portland Trail Blazers i T-Wolves. Dopo la delusione della passata stagione che gli aveva visti fuori dai Play-off NBA, complice anche il problema polmonare di Chris Bosh, i Miami Heat sembrano aver voglia di rivalsa.

Il quintetto titolare di Miami ha un potenziale molto elevato, ma questa è la prima stagione in cui riescono a giocare insieme senza infortuni e alcuni meccanismi hanno bisogno di tempo per mettersi in moto. Un’altra questione annosa è la convivenza di Dragic, playmaker sloveno molto quotato arrivato dai Suns verso il finire della scorsa stagione, e Dwayne Wade, leader carismatico e vincitore di ben tre titoli NBA coi Miami Heat. A parole non sembra esserci diatriba di sorta, ma è chiaro che i due abbiano un’opinione diversa sul tipo di gioco che la squadra dovrebbe assumere. Non più giovanissimo (e con continui problemi alle ginocchia) Dwayne Wade preferirebbe correre il meno possibile, diminuendo drasticamente il numero di possessi della squadra e utilizzando di più i suoi isolamenti in post basso o le diverse situazioni di blocco con Bosh (capace ormai di aprirsi sul perimetro e tirare dalla lunga distanza) e Whiteside, utilizzando Dragic e Deng come meri tiratori. Le cose migliori però Dragic le fa vedere in contropiede o durante le transizioni veloci, quando ha la possibilità di prendere la difesa impreparata: sarebbe quindi controproducente non utilizzare sufficientemente anche questa opzione. Quando i due principali portatori di palla degli Heat troveranno un punto d’incontro su questo tema (cosa che potrebbe accadere anche fra poco tempo, visto le poche partite giocate insieme dai due) Miami farà il decisivo salto di qualità per ritornare fra le prime della Eastern Conference.

Chris Bosh disputa una prestazione solida ed è l’arma offensiva più importante nell’attacco di Miami, allarga il campo mantenendo Garnett fuori dal pitturato e difensivamente muove bene i piedi ed è sempre pronto ad aiutare i compagni, non a caso la partita difensiva degli Heat è stata molto al di sopra delle altre disputate finora. Il giocatore, che molti consideravano di “contorno” nella Miami dei tre titoli, continua a dimostrare che il suo ruolo era ed è fondamentale e sarebbe tale in quasi ogni franchigia NBA. Sempre riguardo alla fase difensiva, bella prestazione del giramondo Hassan Whiteside. Il centro, sorpresa tirata fuori dalla spazzatura della scorsa stagione dall’ineffabile Pat Riley, è aggressivo quando aiuta e oscura la visuale a chi si arrischia ad entrare nel pitturato Heat. Sarebbe un incredibile difensore se non si dimenticasse delle caratteristiche dell’uomo che deve marcare in questa partita: il rookie Karl-Anthony Towns viene spesso dimenticato totalmente da Whiteside, anche la sua difesa in post è molto debole ma la prima scelta assoluta del NBA Draft 2015 ha, fortunatamente per Hassan, le mani freddissime. Il lungo di Miami in attacco viene maggiormente cavalcato in post basso dai compagni rispetto la scorsa partita e, anche se talvolta viene respinto con perdite e altre volte commette infrazioni banali, quando riesce a prendere un tiro dimostra che le mani sono morbide, inoltre l’intesa con Wade è sempre più rimarchevole, sfruttando le penetrazioni di flash riesce a farsi trovare pronto dal compagno per chiudere i suoi passaggi con una schiacciata. Se riuscirà a mantenere alta la concentrazione ed evitare inutili colpi di testa, gli verranno offerti contratti certamente superiori al suo attuale di 770 mila dollari, senza contare gli incrementi al suo personaggio su 2k.

Buone anche le prestazioni di Winslow, che deve ancora lavorare sul tiro da 3 punti ma in difesa sembra già essere perfettamente scolarizzato, e di Tyler Johnson, guardia/play molto atletico su cui gli Heat in questa partita han deciso di puntare, visto il riposo, dovuto formalmente ad un problema al ginocchio destro, di Mario Chalmers. L’ex vincitore del titolo NCAA è stato infatti oggetto di voci riguardo ad una possibile trade che i Miami Heat potrebbero imbastire coi Memphis Grizzlies, a ciò si aggiunge la più recente questione Gerald Green, che si trovava proprio con Chalmers nel momento in cui è stato portato in ospedale perché in preda ad un inspiegato delirio. È quindi chiaro che gli Heat testino altri giocatori nel suo ruolo (Tyler Johnson e Richardson) per verificare se sia sostituibile, visto pure il suo pessimo inizio di stagione. Il top scorer degli Heat è il capitano Dwyane Wade, che gioca una partita quasi perfetta, forzando pochissimo e controllando il ritmo della gara. Le condizioni fisiche sembrano buone, ma bisognerà valutarlo contro difese più ostiche.

Certo, è incredibile il fatto che una squadra, arrivata 4 volte in finale NBA negli ultimi 5 anni, con la partenza di un solo giocatore (e con l’aggiunta comunque di altri buoni giocatori) consideri l’approdo ai Play-off NBA come massimo obiettivo della stagione, anche se le dichiarazioni di Pat Riley riguardo le aspettative per quest’anno siano diverse, i fans degli Heat sarebbero felici anche solo per un settimo posto.

Dwyane Wade mette a segno il buzzer beater contro Minnesota! https://t.co/xML3JEvsBf

— Retròsport (@Sezione_Sport) 6 Novembre 2015

I T-Wolves giocano portando sul proprio petto il ricordo di coach Flip Saunders, scomparso improvvisamente dopo la notizia diffusa dal presidente dei T-Wolves che Saunders non avrebbe potuto allenare durante questa stagione. Nuovo allenatore (probabilmente temporaneo) è adesso Sam Mitchell, che si dovrà occupare della crescita dei giovani di talento dei T-Wolves, compito facilitato dalla presenza in roster dei veterani Kevin Garnett, Andre Miller e Tayshaun Prince. Garnett, che proprio con Saunders fece i primi passi nell’NBA, è tornato ai T-Wolves la scorsa stagione per concludere dove aveva iniziato la sua carriera NBA. Garnett parte in quintetto anche se i suoi minuti sono contingentati, ma non riesce ad essere incisivo. Durante i pick and roll/pop con Rubio non riceve mai la palla per conclusioni dalla media distanza senza l’uomo davanti, il playmaker spagnolo si accontenta sempre del suo arresto e tiro (sul quale ha duramente lavorato), lo stesso Garnett nel suo ruolo da chioccia sembra incitarlo a prendersi questa soluzione, anche se in linea di massima Rubio ha la capacità di fare arrivare la palla a KG in quella situazione e quel tiro che gli sarebbe concesso Garnett potrebbe prenderselo anche a 50 anni. Piccoli frammenti di talento anche da Karl-Anthony Towns, chiaro esempio di giocatore NBA del futuro (lunghi atletici che tirano da ogni distanza con la possibilità di mettere palla per terra) ed in difesa è un più che discreto stoppatore, peccato per le percentuali al tiro in questa partita. Sottotono anche Wiggins, l’ex prima scelta all’ NBA Draft non trova ritmo con il tiro dalla media distanza e, anche se a partita finita penetra bene un paio di volte, deve fare un passo avanti dal punto di vista delle responsabilità offensive. In difesa viene scolarizzato da D-Wade. Il rookie NBA Nemanja Bjelica, dopo un europeo straordinario, pare ancora sottotono e insicuro, probabilmente non ancora abituato alla competizione NBA, anche se nell’ultimo quarto un paio di sue azioni fanno ben sperare i tifosi T-Wolves, che hanno già da pensare al problema Zach Lavine. Lo straordinario schiacciatore non riesce ancora a trovare un ruolo adatto a lui nelle rotazioni di Minnesota, non riesce a marcare Dragic (che ha il chiaro ordine di attaccarlo) e sicuramente è troppo leggero per rischiarlo contro molte delle guardie NBA (senza scomodare il Wade di stasera). Sbaglia scelte andandosi a schiantare contro la difesa Heat e non sembra avere la visione da playmaker, piazza comunque un paio di canestri col palleggio arresto e tiro. I T-Wolves sono chiaramente una squadra senza pretese, il buon inizio di stagione non può però essere duraturo. Sono giovani e talentuosi e i veterani non mancano per istruirli. Servirà tempo e spazio ed i Timberwolves dispongono di entrambi.

Andrew @22wiggins schiaccia sui Miami @MiamiHEAT https://t.co/1QWpJlctZw

— Retròsport (@Sezione_Sport) 6 Novembre 2015

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