Ritorno glorioso per Andrea Bargnani con i suoi Raptors, dopo la triste parentesi dell’infortunio che lo ha tenuto fuori dal campo per un buon numero di partite. Sprofondati nel caos, intanto, i suoi compagni di squadra, tornati alla vittoria soltanto dopo aver avuto ancora una volta in campo la rassicurante presenza del “Mago” e dei suoi 36 punti contro Phoenix. Inarrestabile il pivot italiano nella sua miglior stagione di sempre, che lo vede sesto miglior realizzatore della lega e serio candidato alla convocazione agli All Star Game di Orlando. Soltanto dei problemi fisici (ripresentatisi al polpaccio contro Utah), potrebbero tener fuori Bargnani dal week-end delle stelle, che vede a rischio la partecipazione di Kevin Garnett, in profondo calo di prestazioni insieme ai suoi Celtics.
Se i Raptors sono una squadra abbordabile per la quasi totalità delle franchigie statunitensi (Bargnani o meno), i Nuggets di Danilo Gallinari rappresentano la seconda forza della Western Conference e sono probabili candidati al titolo NBA. Malgrado il ruolo di guida assunto dal “Gallo”, Denver è una compagine decisamente più competitiva di quella canadese e la nostra ala grande viene, di partita in partita, magistralmente supportata dalle assistenze di Ty Lawson e dal peso sotto le plance del brasiliano Nenè, principali armi offensive della macchina bellica di coach Karl. Nonostante la forzata e ben accetta cooperazione con altri grandi giocatori, fondamentale è il ruolo dell’italiano nella psicologia di gioco della formazione del Colorado (ne è la prova il recente contratto da 48 milioni di dollari spalmati in quattro anni). L’ala grande italiana è seria candidata ad una convocazione per Orlando 2012, seppure la sua chiamata sia meno scontata di quella di Bargnani, per via dello spropositato numero di giocatori importanti ad ovest in dato ruolo, Paul Millsap e Blake Griffin i primi fra tanti.
Delude ancora la stagione di Marco Belinelli a New Orleans. Seppure si potesse facilmente immaginare e precedere che la sua non sarebbe stata un’annata da dominatore, appare sconcertante la difficoltà di trovare la via del canestro della guardia italiano malgrado il consistente minutaggio a disposizione. Orfani della regia di Chris Paul e dei punti del nuovo uomo-squadra Eric Gordon (fuori per infortunio), è ora nel panico la formazione di Monti Williams, la quale difficilmente concorrerà per una piazza tra le migliori otto della Conference.
Filippo Caiuli