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NBA: il pagellone universitario dopo la 8^ settimana

Creato il 22 dicembre 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

Trenta voti per trenta franchigie: ecco il nostro pagellone universitario dopo la 8^ settimana della NBA regular season.

1. Philadelphia 76ers: l’abbonamento a peggior squadra NBA è ormai cosa nota. Non arrivano a giocarsela neanche contro Boston o Charlotte, ma piegano Orlando per salvare la faccia con il terzo successo stagionale.

2. New York Knicks: le ultime 10 parlano di 1-9, e non c’è molto altro da aggiungere per una squadra totalmente smarrita.

3. Minnesota T’Wolves: anche per i lupi lo score recita 1-9, periodo nero per loro.

4. Detroit Pistons: tornano al loro posto dopo il lampo contro dei Suns in ombra, ottenendo tre sconfitte.

5. Orlando Magic: non lontanissimi dall’abbordabile ottavo posto della Eastern, ma perdono contro i Sixers, i Celtics e i Jazz e scivolano indietro.

6. Los Angeles Lakers: il 3-0 della scorsa settimana non ha galvanizzato nessuno ed è subito arrivata la doccia gelata. Lo 0-3 rimediato contro Indiana, OKC (senza Durant) e Sacramento fa male. Soprattutto quando viene gettato via un vantaggio di 14 punti e Kobe tira 8/30 dal campo.

7. Utah Jazz: ospita e sconfigge Miami, fa razzie sul campo dei Magic. Crolla però sul campo di Charlotte.

8. Indiana Pacers: il secondo peggior attacco NBA, ma se la cavano contro Minnie e Lakers. Intanto Lance Stephenson, agli Hornets da qualche mese, non si trova a suo agio, ma i gialloblu di Indianapolis si oppongono ad un suo ritorno.

9. Charlotte Hornets: due vittorie, contro Philly e contro Utah. Dopo 4 sconfitte consecutive non era così scontato.

10. Sacramento Kings: hanno la fortuna di incontrare i Lakers in un periodo poco felice. L’aver cacciato l’head coach Malone per due sconfitte durante l’assenza della punta di diamante Cousins ha compromesso gli equilibri di una squadra che poteva concorrere per i play-off NBA. Tutto da rifare.

11. Denver Nuggets: si riprende con una ottima prova contro i Clippers ed una vittoria importante contro Indiana. Il Gallo sembra aver ritrovato fiducia nei propri mezzi, ed ecco che viene diagnosticata una lesione al menisco. Calvario senza tregua per il nostro Danilo.

12. Boston Celtics: per una notte dormono all’ottavo posto, poi cedono Rondo e Brooklyn ritrova la vittoria. Rimangono comunque ad una sola W dalla post-season.

13. Brooklyn Nets: come sempre fortunati a trovarsi dal lato giusto degli Stati Uniti e della NBA, ma hanno vinto solo 1 delle ultime 4 partite.

14. Oklahoma City Thunder: falliscono quello che è il primo vero match-point nella conquista dei play-off. Durant fa 15’000 punti (secondo più giovane della storia NBA a riuscirci) e poi si fa male. Contro New Orleans gioca solo Westbrook e Davis fa l’MVP, con 38 punti e 12 rimbalzi. Ottavo posto rimandato.

15. Phoenix Suns: prima Charlotte e poi New York restituiscono fiducia ad una squadra che sembrava essersi persa. Sull’onda dell’entusiasmo fanno fuori anche Washington, ma i rumors di Dragić ai Knicks a fine contratto potrebbero destabilizzare l’ambiente.

16. San Antonio Spurs: maledizione big three e maledizione triple overtime. Non può che essere riassunta così la settimana dei texani, che escono con le ossa rotte dai 3 supplementari contro Memphis ed altri tre contro Portland, il tutto condito da una sconfitta a Dallas ed un’altra contro i Trail Blazers. E gli uomini di punta affollano l’infermeria.

17. Miami Heat: due vittorie che danno morale, Brooklyn e Boston. In mezzo, però, le disfatte contro Jazz e Wizards. Senza neanche più Bosh e McRoberts diventa ancora più dura essere competitivi. Anche ad est.

18. New Orleans Pelicans: in netta ripresa dopo una fase infelice. Ma la sensazione è che quella fase infelice risulterà determinante al termine della stagione NBA. Oklahoma ha fame.

19. Milwaukee Bucks: strappano una vittoria a Phoenix ed una a Sacramento, pur senza Jabari Parker che perderà tutto il resto della stagione per la rottura del legamento crociato anteriore.

20. Los Angeles Clippers: anche un maestro dei passaggi come Doc Rivers (uno dei pochi ad aver sfornato 20 assist in una partita NBA), che pure ha guidato i Celtics nel 2008 alla conquista dell’anello, non riesce ancora a fare esprimere i suoi come vorrebbe. Le qualità di Paul e Griffin non sono in discussione, ma in campo le idee sono poche e confuse.

21. Cleveland Cavaliers: chi invece comincia a fare sul serio sono i Cavs. Puntano tutto sulle ripartenze e sui tiri da 3, il sistema di gioco è chiaro. L’intento è quello di accelerare i ritmi ad ogni occasione, così da mettere in difficoltà i quintetti che predicano calma in campo come Memphis. Quando poi la palla gira bene come contro i Grizzlies (11 assist LeBron, 13 Irving), le speranze si riducono notevolmente.

22. Chicago Bulls: dopo aver patito la sconfitta in Georgia ad Atlanta, risorgono immediatamente contro New York e Memphis.

23. Dallas Mavericks: hanno mandato in porto la trade della stagione. Da Boston arriva Rajon Rondo, per ricoprire quel ruolo di playmaker che rappresentava forse l’unico neo in casa Dallas. Ad ovest è battaglia vera per la Finals NBA.

24. Houston Rockets: in lieve calo, Pellicani e Aquile spiccano il volo contro il Barba e compagni.

25. Washington Wizards: Phoenix risorge dalle proprie ceneri e i capitolini capitolano. Ma prima abbattono Miami e Minnesota.

26. Memphis Grizzlies: il back-to-back con Chicago e Cleveland non era da prendere sottogamba. E Memphis ha bene imparato la lezione. Patiscono incredibilmente la dinamicità dei Cavs, pongono però fine alla serie positiva di Golden State.

27. Atlanta Hawks: il sogno dei Georgiani sta diventando sempre più una realtà. Il tris di successi contro Bulls, Cavs e Rockets è da applausi, merito anche e soprattutto di Korver, secondo solo a Curry dall’arco in NBA.

28. Toronto Raptors: cinque gare (abbordabili), cinque vittorie. I Raptors continuano la loro marcia verso il titolo di Conference.

29. Portland Trail Blazers: due successi contro San Antonio nella stessa settimana da sommare alle vittorie contro New Orleans e Milwaukee. Artefice di questa meraviglia è senza dubbio Lillard (career-high di 42 punti contro gli Spurs), supportato dall’imprescindibile Aldridge in post.

30. Golden State Warriors: si fermano dopo 16 perle, per merito di Memphis. E subito ricominciano, mandando fuori giri Oklahoma e mantenendo uno score eccezionale.

30 e lode. Tim Duncan: 38 anni e 5 anelli NBA in carriera. Gioca -nonostante le sconfitte- due triple OT in tre notti e ottiene la sua doppia-doppia numero 811, agganciando in questa speciale classifica Karl Malone. Ad ovest sarà sfida tra titani nella post-season: Tim per il sesto, Dirk per il secondo.

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