Cosa succede dopo la morte? Esiste davvero qualcosa dopo la fine dell’esistenza fisica? Una domanda esistenziale, sulla quale si sono sempre confrontate religioni e filosofie, ma che sempre di più- negli ultimi tempi- sembra interessare la scienza, intenzionata a spiegare anche quel momento tanto temuto eppure inevitabile, per ciascuno di noi.
IL TUNNEL DI LUCE, SPERIMENTATO SPESSO DURANTE UNA ESPERIENZA DI PREMORTE
Il punto di partenza, ancora una volta, sono le cosiddette Near Death Experiences- le esperienze di premorte- sperimentate da una piccola, ma significativa percentuale di pazienti ricoverati nei reparti di rianimazione, spesso dopo un arresto cardiaco. I racconti dei redivivi sono molto simili: hanno provato la sensazione di uscire dal corpo- che a volte hanno osservato dall’alto mentre i medici tentavano il primo soccorso; si sono sentiti trascinati in un tunnel di luce; hanno ripercorso in pochi istanti i momenti salienti della loro vita; si sono ritrovati in un luogo idilliaco insieme ai loro cari già defunti. Insomma, un’esperienza, dal punto di vista emotivo, molto complessa.
Tornare dai confini della morte, dopo essere rimasti privi di battito e di coscienza, e dimostrare l’esistenza ultraterrena dell’anima, non accade però solo ai giorni nostri. Già il filosofo greco Platone, nella sua opera La Repubblica, lo aveva rappresentato attraverso il mito di Er. Il soldato dato per morto e risuscitato mentre già era sulla pira funebre pronta ad ardere era infatti stato testimone dell’ Aldilà e lo aveva potuto raccontare. Una fantasia o una realtà?
La prima descrizione medica moderna di un evento del genere risale invece al XVIII secolo. Philippe Charlier, ricercatore dell’Università di Versailles a Montigny-le-Bretonneux, ha spiegato in un articolo pubblicato dalla rivista Resuscitation (Rianimazione) come si sia imbattuto in un caso di NDE tramandato da un testo medico, Anecdotes de mèdecine, scritto nel 1762.
In quel libro, l’autore Pierre-Jean du Monchaux, un medico militare francese, riferisce la vicenda di un paziente affetto da una forte febbre sottoposto a vari salassi e colpito da una sincope. L’uomo rimase privo di sensi a lungo, ma quando si riprese confessò di aver visto “una luce così bianca ed assoluta, da pensare di essere nel Regno dei Beati”. Disse al dottore che ricordava una sensazione positiva; aggiunse persino di non aver mai vissuto nella sua intera vita un momento più bello.
IL DOTTOR STEVEN LAUREYS, DELL’UNIVERSITÀ DI LIEGI