Un colpo studiato nei minimi dettagli, che fa pensare che ad agire siano stati professionisti. Una rapina ai danni di un furgone portavalori diretto alla sede della Banca d’Italia di Catanzaro è stato compiuto stamane nei pressi di Sibari (Cassano Ionio), nel cosentino. Il bottino ammonta a circa 800 mila euro. Il portavalori, gestito dalla società di sorveglianza privata “Sibari Control Snc” di Corigliano Calabro, percorreva la statale 106 e alle 8:45 è stato improvvisamente bloccato da un camion lungo la carreggiata – risultato rubato – sotto il ponte del bivio che collega Villapiana a Sibari. Bloccato il furgone, i conducenti sono stati raggiunti da due automobili dalle quali sono scese alcune persone che hanno iniziato a sparare dei colpi di fucile a scopo intimidatorio. Le guardie giurate, dopo una prima resistenza, sono state costrette a scendere dal mezzo ed i rapinatori si sono impossessati del denaro contenuto nei sacchi. Subito dopo i rapinatori sono fuggiti a bordo delle automobili facendo perdere le loro tracce. Due vetture, una Fiat Uno e una Fiat Punto, rubate nei mesi scorsi a Corigliano Calabro, sono state ritrovate bruciate dai carabinieri in località Raganello di Cassano Ionio, lungo il vecchio tracciato della Statale 106 ionica, al confine con Villapiana. Per bloccare la corsa del portavalori i rapinatori hanno sparato contro il pneumatico sinistro del mezzo portavalori. Prima di portare via il denaro, i banditi si sono impossessati anche delle pistole e dei giubbotti antiproiettili delle guardie giurate. Sul luogo del colpo, dove sono stati rinvenuti due proiettili (un calibro 12 e un proiettile di kalashnikov) sono in corso le indagini degli agenti della polizia di Stato. Secondo le prime ricostruzioni dei militari, hanno agito almeno sei persone con il volto coperto. Subito dopo il colpo, le forze dell’ordine hanno fatto scattare la caccia all’uomo, cercando tracce dei malviventi e delle auto con le quali si sono allontanati dal luogo in cui hanno abbandonato e dato alle fiamme le vetture usate per la rapina.
Mar.Ma
Foto: Mar.Ma