‘ndrangheta rossonera

Creato il 05 maggio 2014 da Patuasia

La Stampa di Torino in pagina regionale rivela che le armi della strage di Duisburg (6 morti) sono passate dalla Vda grazie ai Nirta di Quart, condannati per traffico internazionale di droga. Sono gli stessi che hanno donato alla parrocchia del quartiere “de la Doire” una statua della madonna di Polsi. Intanto il vescovo di Aosta è occupato a biasimare il “materialismo degli atei”.Le vie del Signore e delle pistole di ‘ndrangheta sono infinite. Dunque la chiesa valdostana è connivente?
Connivente no: vecchia, distratta, con riflessi da Guerra Fredda, impaurita dalla religiosità calabrese, che è un carnevale magico e pagano degno di Fra’ Diavolo.
Evangelizzarli, una fatica improba. Meglio civettare acriticamente con le loro pratiche superstiziose e tribali, camuffandole da “religiosità popolare…”. Intanto si è concluso giorni or sono il processo di primo grado contro la famiglia Taccone, il padre Claudio, i figli Ferdinando, Vincenzo e Alex. Imputati di lesioni, danneggiamento e violenza privata nei confronti di una famiglia di St Marcel, i tre fratelli sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi, il padre a 2 mesi. I Taccone sono in attesa di altro giudizio presso la DDA di Torino (operazione “Hybris”) con le imputazioni di: Tentato omicidio, tentata estorsione, rapina, lesioni, danneggiamento con incendio, il tutto con l’aggravante del metodo mafioso. Sospettati di essere in contatto con la cosca Pesce di Rosarno, come rivelano le intercettazioni, le indagini a loro carico ebbero origine dal triplice rogo doloso di tre auto al quartiere Dora.

Chicca aostana: durante il processo ai Taccone, l’Arma ha predisposto un discreto dispositivo di sorveglianza in aula. Si temevano manifestazioni di simpatia verso i giovani imputati da parte dei Calabria-boys, un gruppo giovanile presente in Aosta e forse permeato da ammirazione verso i comportamenti oggetto del processo. Fortunatamente non è successo nulla, speriamo che quel “brodo di cultura” non sia presente.

Per capire cosa succede.
Utili e di grande intelligenza e perspicacia le parole di Nando Dalla Chiesa al convegno “Psicologia dei fenomeni mafiosi al Sud e al Nord”, organizzato dal prof Maurizio Gasseau, docente presso l’ateneo aostano di “dinamiche di gruppo”: “l’opinione pubblica continua a pensare al mafioso come ad un uomo ricco, che arriva a Milano con la valigetta piena di euro da riciclare o da investire in Borsa. E’ un’ autoimmaginazione che dobbiamo smettere di avere. Lo ‘ndranghetista è spesso di umili origini, fa un lavoro manuale, non sceglie grandi città ma piccoli comuni”.


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