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Così almeno dicono tutti; nella realtà le nuove regole sono già attive da una settimana nella Currie Cup - Premier Division e lì almeno una partita (Western Province - Blue Bulls) se non addirittura due (anche l'anticipo Sharks-Griquas) sono state determinate dalla mischia chiusa dominante. Il primo messaggio che arriva dal Sudafrica quindi pare essere, occhio che con le nuove regole la mischia dominante adesso domina per davvero.
Tant'è, diciamo che il grande pubblico - e i giornalisti meno attenti - vedrà la "nuova mischia" all'opera in televisione da questo weekend.
Di che cosa si tratti lo sanno tutti ma ridiciamolo con le parole di un esperto, Matt Ferguson allenatore della mischia a Bristol, posto di antiche tradizioni al proposito, su Scrum.com:
"Il cambiamento si esplicita nella sequenza delle chiamate arbitrali. Il primo comando non cambia, sarà 'crouch' com'è da un pezzo. La seconda chiamata sarà 'bind', al che i piloni opposti dovranno legarsi tra loro, uno di lato all'altezza dell'ascella e l'altro sulla spalla ma nessuno sul braccio, è illegale.
Una volta legati i piloni, al 'set' dell'arbitro si congiungeranno le seconde e terze linee. Nel momento in cui l'arbitro giudicherà che la mischia sia diritta e stabile, darà al mediano l'istruzione "In nine". E controllerà che l'inserimento dell'ovale in mischia sia corretto. A quel punto con la palla dentro, dovrebbero iniziare le spinte opposte e da qui non c'è nessuna differenza tra vecchie e nuove mischie".
Grazie Matt, detta così pare tutto molto chiaro: impatti meno potenti, mischie più sicure e più ... "ordinate", senza ridurre la contestabilità dell'ovale e la necessità di sviluppo tecnico specialista. Quel che cambia son diverse cose.
- Primo, basta "bòtta", lo schianto reciproco di otto uomini legati, addosso ad altri otto col terza centro a dargli pure la spintarella; si è calcolato che con le nuove regole, la forza sviluppata in mischia dovrebbe calare del 25%. Significherà un cambiamento nelle dimensioni delle prime linee? Per niente, secondo Ferguson: "La differenza casomai è che riemergeranno le competenze su come si "manipola" la mischia mentre questa si sviluppa, non più solo al "set" dell'arbitro mediante la rapidità dell'impatto".
Per l'allenatore della mischia inglese campione del Mondo 2003, Phil-Keith Roach, (nella foto con la prima linea inglese Flatman, Vickery e Thompson) con le nuove regole i piloni più forti avranno il sopravvento, "senza che quelli più deboli possano più far collassare la mischia andando direttamente a terra, dicendo che non è colpa loro".
Secondo l'irlandese Bernard Jackman, ex tallonatore ora assistente a Grenoble, non sarà solo questione di dimensioni: "Ora i piloni più piccoli e compatti potranno sopravvivere meglio nel confronto con quelli più potenti e veloci. Non sarà più solo impatto, le mischie dureranno più a lungo e la pressione sarà costante. Dominerà il team che saprà coordinare il movimento di 16 piedi all'unisono".
Un sacco di opinioni positive, cui fa da contraltare il disincantato realismo diciamo così di Massimo Cuttitta, allenatore della mischia scozzese: "Credo che l'inizio dell'applicazione delle nuove regola sarà problematico, più per gli arbitri che per i giocatori. Vedremo molti collassamenti". E come se non bastasse: "I giocatori troveranno nuovi modi per imbrogliare". Per fortuna il nostro aggiunge che la sua non è una posizione del tutto negativa: prima o poi si troverà un nuovo equilibrio. Ad avviso dell'ex pilone azzurro, le nuove regole avvantaggiano il loosehead prop: "Non doversi legare era un vantaggio dei tight head. Non potendo più dar la bòtta, non gli resta che diventar più tecnici".
- Secondo, le nuove regole potrebbero cambiare il lavoro dei tallonatori. Gli arbitri dovranno finalmente controllare che l'ovale venga introdotto diritto e non direttamente in seconda linea come accadeva sovente sinora. Il "ritorno al passato" comporterà però che il tallonatore sollevi il piede e a quel punto il pack che difende applicherà il massimo della spinta. "Servirà gente capace di tenere la pressione usando il corpo e la spalla destra", dice Jackman, "recuperando velocemente la posizione di spinta dopo aver tallonato". Ecco che la massa può far comodo anche in mezzo alla prima linea.
L'Australia ad esempio, nella lista dei 30 Wallabies convocati per The Championship ha un giovane tallonatore uncapped, Albert Anae che aveva iniziato la stagione nei Reds come terza scelta: sostituisce in nazionale il veterano Tatafu Polota Nau infortunato ma coach McKenzie che di tallonaggio se n'intende, afferma: "Albert possiede le dimensioni (117kg per 1,82m! ndr) e la forza appropriate per adattarsi in modo positivo alle nuove leggi". Altro che le dimensioni ora contano meno, anche a livello di tallonatore.
- Terzo cambiamento, si scopre che nella realtà alla sequenza dei tre comandi arbitrali se ne aggiunge uno: "In nine" rivolto al mediano. E' ciò che cambia rispetto agli anni Ottanta: allora era il mediano a decidere quando introdurre, e lo comunicava al loosehead colpendolo con la palla, in modo da dargli il vantaggio di iniziare la spinta, cosa che controbilanciava il mezzo uomo in meno per via del tallonatore che alza la gamba. Adesso invece la spinta sarà contemporanea.
Prima di dare il comando, l'arbitro dovrà assicurarsi che la mischia sia stabile e diritta, cioè che nessuno sia già in spinta. Sarà in questo gioco di anticipi che, almeno all'inizio, vedremo i collassamenti. Come una volta, solo senza bòtta. E qui si ricade sulla solita questione ineliminabile, la preparazione e la personalità dell'arbitro. Non per dar ragione a Cuttitta ...
Attendiamo fiduciosi e curiosi di vedere le nuove regole all'opera ai massimi livelli, consci che ci vorrà comunque del tempo per allineare le interpretazioni arbitrali coi nuovi comportamenti richiesti ai giocatori - i dirigenti tecnici Irb si sono lungamente intrattenuti con gli arbitri designati a dirigere le partite del The Rugby Championship e nei giorni scorsi han tenuto un seminario ai 31 arbitri francesi.
Personalmente stavolta, sulla base di quel poco visto in Currie Cup - too little, too early - sono più ottimista rispetto al taglio di un comando dalla sequenza introdotto l'anno scorso, che come dicemmo subito non arrivava manco a sfiorare il cuore del problema: come incentivare la "stabilità dinamica" di un organismo con 32 piedi e sedici cervelli.
Per adesso comunque vincono ancora le chiacchiere: come quelle dello scrum coach degli Hurricanes Dan Cron che ha già capito tutto, dichiarando al giornale di Wellington Dominion Post che le nuove regole avvantaggeranno i Kiwis e penalizzeranno i sudafricani. Senza lo "hit" iniziale, afferma, tutti i tighthead prop sudafricani han davanti una lunga strada "to sharpen up a bit". Senza conoscere Cron e conoscendo i nostri polli, sospettiamo tanto l'interpretazione giornalistica.
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