La notizia viene trasmessa dal Cnr e pertanto assolutamente attendibile, benché sorprendente: sta scomparendo la nebbia nella valle del Po.
Questo è quanto conclude una ricerca condotta dalla Isac-Cnr di Bologna e pubblicato sulla rivista Atmospheric enviroment: praticamente dal 1990 ad oggi, negli ultimi 25 anni, gli episodi di nebbia nelle regioni padane si sono ridotti del 50% insomma si sono dimezzati. Si ritiene che questo cambiamento nel clima sia dovuto all'aumento della temperatura a causa del riscaldamento globale.
Di buono c'è il fatto che con la nebbia vanno via anche gli inquinanti presenti nelle goccioline, si riduce l'acidità e nel complesso quindi l'aria diviene più respirabile e salubre.
Storicamente la pianura padana è tra le zone di maggiore inquinamento atmosferico in quanto l'aria fredda ed umida resta in basso per il maggiore peso specifico, catturando negli strati più vicini alla terra gli inquinanti all'interno delle goccioline di umidità.
Il riscaldamento da un lato alleggerirebbe gli strati bassi di aria lasciandoli salire in alto ed allontanando così le polveri e le sostanze inquinanti, ma dall'altro la riduzione della concentrazione di inquinanti atmosferici è verosimilmente legata alla riduzione delle emissioni di anidride solforosa, ossido di azoto ed ammoniaca, la cui concentrazione nelle goccioline risulta ridotta rispettivamente del 90% 44% e 31%.
Nella nebbia per il momento rimasta, tuttavia persiste una elevata concentrazione di particelle carboniose in ragione di 1 mg di particolato per litro di goccioline, risultato di combustione domestica, traffico, combustioni agricole, etc.
Nei prossimi anni quindi, perdurando l'aumento globale delle medie di temperatura, durante l'ascolto del meteo sentiremo sempre meno spesso la famosa frase: "Nebbia in val Padana" una previsione che è rimasta scontata per così tanti anni...