Mi pare sia evidente, quantomeno a gran parte di coloro che si reputino di sinistra senza essere comunisti (perché il sillogismo “quelli di sinistra sono comunisti, sei di sinistra, tu sei comunista” è falso - nego maiorem) che in Italia abbiamo urgente bisogno (anzi, siamo in emergenza) di una nuova sinistra. Perché, vedete, io che ho sempre votato da quelle parti, spesso mettendo la mia crocetta sulle varie evoluzioni dell’attuale PD senza disdegnare divagazioni più o meno locali sui simboli della sinistra radicale, ora come ora, dovessi votare, non saprei che fare. E non è questione di montanelliana memoria di turarsi il naso e crociare il meno peggio. Qui il meno peggio pare non esista più. Esiste il peggio e basta.
Analizziamo.
IDV: Di Pietro è simpatico e dice cose spesse volte condivisibili. Le dice male, purtroppo, usa termini impropri e spesso passa da forcaiolo anche quando non vuole esserlo. Ma non venitemi a dire che Di Pietro è di sinistra perché mi faccio frate. Di Pietro è uomo culturalmente laico liberale, riconducibile a quel liberalismo che pure occhieggiava a sinistra nel periodo craxiano duettando col suo falso gemello repubblicano che, invece, radici a sinistra ne aveva eccome. Di Pietro si ritrova a sinistra suo malgrado, interprete di quel malcontento dell’elettore schifito da Berlusconi ma che non ama sentirsi chiamare “compagno”: Lo fa al suo meglio ma non ci crede nemmeno lui e si vede. In realtà potrebbe essere l’archetipo della nuova destra post-cavaliere. Almeno di quella libera dai neofascisti.
SEL: è la parte di sinistra che mi affascina di più. Coerente, radicata sul territorio, sensibile ai problemi veri della società. Ultimamente ha preso il mio voto in maniera più o meno costante. Ma non riesce a convincermi. Ancora non ho capito se c’è Trotsky o Stalin dietro. Ancora non ho capito se vadano ancora cercando la rivoluzione del proletariato o “solo” una società più giusta ed equa. Nell’attesa lasciatemi essere un pelo diffidente, almeno nell’affidare loro le sorti della Nazione.
PD: sarebbero in teoria la sintesi della sinistra, il partito che unisce in sé tutte le anime della società moderna e modernista, progressista e futuribile. Il PD ha unito laici e cattolici in un progetto comune che travalica (travalicherebbe) le ideologie e pone (porrebbe) la società civile e il suo benessere equo e solidale al centro dei propri obiettivi. Ma…il problema è crederci.
Perché, amici cari, fedele all’assioma microcosmo=macrocosmo, credo ciecamente che quello che accade nel piccolissimo universo della mia città sia poi proiettato in scala ingigantita a livello nazionale. E quello che vedo nella struttura del partito nel nostro piccolo piccolo cosmo non mi rasserena affatto. Vi dirò, amici miei, i dettagli in un prossimo futuro. Ma sappiate che, se queste sono le cose, e il buon Bersani lo conferma giorno dopo giorno, stavolta credo non basterà turarsi il naso.
Luca Craia