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“Necessity is the mother of taking chances.” Mark Twain.

Creato il 26 maggio 2011 da Gianpaolotorres

“Necessity is the mother of taking chances.” Mark Twain.

1839 Peter Stuyvesant, Governatore di New Amsterdam dipinto da John Quidor

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Estratto… da un discorso tenuto a me stesso.. in più parti..

Ai tempi in cui si emigrava erano utili le colonie non per rubarne le risorse,ma per collocare fuori dal mercato interno centinaia di migliaia di disoccupati e sotto-occupati che avrebbero fatto crollare il livello dei salari in patria quando non esistevano ancora le tutele sociali sulla paga minima,arrivate coi contratti nazionali per categorie e negoziate dalle organizzazioni sindacali coi padroni.

Attenzione che anche nella candida Svizzera del 2011 sono stati accusati di simile reato,non aver pagato il salario minimo a chi gli spettava,diversi imprenditori.

In breve finiva così,tu vuoi troppo,e ti licenzio,tanto ne ho una fila fuori dalla porta che attendono la mia chiamata.

Oggi succede più o meno uguale ai nostri diplomati e laureati.Sono molti per la domanda interna esistente ed hanno pretese a volte non giustificabili in base all’esperienza acquisita.

Ed è ovvio.

Mentre prima da mezzi analfabeti si offriva solo braccia,ora si offre ingegno,e lo devi dimostrare.

La Chatillon,industria chimica di fibre artificiali,che aveva un grande stabilimento qui in città era mal vista dal contado di cinquant’anni or sono,e non lo sarebbe più oggi che la manodopera richiesta in campagna è inesistente.

Ai suoi tempi prendeva braccianti dalla terra per farne operai,ed i salari aumentavano nelle cascine a discapito del costo del lavoro agricolo.

Di conseguenza vennero pure dal di fuori anche veneti e meridionali che cercavano lavoro e lo trovavano in fabbrica come in campagna,questo processo innescava il cosiddetto “indotto”,case nuove,più lavoro nelle botteghe,più consumi e più residenti,con annessi e connessi.

In breve un miglioramento generale della qualità di vita delle famiglie.

Per l’estero.

Chi emigrava cercava la fortuna di lavorare terra propria,erano perlopiù non studiati e gente di campagna che si accontentava di poco.

Andare in un paese di dominio italiano permetteva loro di superare il primo scoglio,la lingua.

Si parlava italiano nelle colonie,e c’era una specie di struttura già pronta per accogliere il connazionale che non solo diveniva padroncino,quasi sempre lavorando duramente proprietà incolte e bonificando deserti e paludi,ma pure portava benessere agli indigeni locali o dando lavoro o istruendoli a tecniche di coltivazione che non conoscevano,e naturalmente imparando dai locali a produrre fors’anche in maniera più efficiente tipologie agricole che non si coltivavano da noi per il clima differente,vedi la juta,il lino,il cotone,e frutti esotici,banane,datteri,etcetera.

Non è un caso come siano emigrati dall’Irlanda milioni di persone verso gli Stati Uniti a causa della grande carestia del 1845-49,e giunti in loco,avevano già la fortuna di parlare inglese e potersi spostare sempre più verso ovest in cerca di terre incoltivate,il West, dei film con gli indiani ed i cow boys,e pure le giacche blu dell’esercito americano.

Pensate a come il Canada sia stato colonizzato da coloni francesi ed inglesi,come i padri pellegrini del Mayflower nel 1622 arrivassero in America,da  perseguitati religiosi in patria,e poi i primi Ebrei dal Brasile

 Nel 1654, 23 Ebrei fuggiti dal Brasile approdarono a Nuova Amsterdam, ora nota come New York City. Il suo fondatore e governatore Peter Stuyvesant cercò di scacciarli, ma i suoi superiori lo scavalcarono, e quegli Ebrei furono tra i primi della più prospera comunità mai esistita.

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I focolai di discordia di Libia e Corno d’Africa sono sui giornali al momento.

Da una parte la guerra civile e dall’altra i pirati.

I tunisini pure, fuggono la fame ed hanno un buon ricordo di noi italiani che ci abbiamo vissuto coltivando la loro terra ben prima che non i francesi.

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Problemi da affrontare quotidianamente..ne restan sempre..se no non sarebbe vita..qualche altro aspetto..su cui riflettere..può essere di aiuto..a chi parla una lingua comune e capisce che..la madre di ogni rischio che ci prendiamo..è solo lo stato di necessità. (Titolo di questo articolo).

Chi è già a posto e sistemato in tutto e per tutto…ed i problemi se li fa risolvere da altri..non ha bisogno di prendersi dei rischi.. probabilmente toccheranno infatti… a chi glieli risolve in sua vece.

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fine


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