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A Parigi recluta una squadra che conosca bene quei cunicoli e comincia la discesa nella città sotterranea nascosta sotto la capitale francese.
Presto si intuirà che il viaggio è molto più pericoloso del previsto e che loro il ritorno non potrà essere considerato l'opzione primaria.
Il genere found footage si sta rivelando una vera e propria miniera d'oro per i produttori cinematografici e ormai , essendo in debito di ossigeno in quanto a creatività e ispirazione, ha cominciato a generare degli ibridi in cui la telecamera ballerina che fa le riprese semiamatoriali ( che poi non sono amatoriali manco per niente, frutto di una precisa scelta estetica) è parzialmente sostituita da un modo di girare più normale e apparentemente più professionale.
E proprio così si mostra a prima vista questo Necropolis - La città dei morti. ultimo film dei fratelli Dowdle ( John Erick regista e sceneggiatore, Drew sceneggiatore) due, che il genere lo bazzicano fin dal 2007 con The Poughkeepsie Tapes , loro terzo film, il primo che gli garantì una certa risonanza.
Necropolis - La città dei morti sembra un found footage " pentito" in cui la fonte di visione cambia varie volte per esigenze estetiche.
Dopo una prima parte in Medio Oriente che introduce anche in maniera discreta il film ( ma , a conti fatti, si nota un'analogia grossa così con una robetta tipo L'esorcista) si arriva a Parigi e specificamente nelle sue catacombe, luogo misterioso ma contaminato da numerose presenze oltre la soglia del credibile e dell'umano.
E visto che il comune di Parigi per la prima volta ha dato il permesso a una troupe cinematografica di girarci un film ( probabilmente convinti dai dollaroni sonanti), volevi non sfruttare l'occasione?
Ed ecco allora che i fratelli Dowdle tirano fuori dal cassetto un film in pochissimo tempo, giusto per sfruttare una location molto molto esclusiva.
Il risultato?
Diciamo medio tendente al mediocre.
Se l'ambientazione fa la sua porca figura e il film è girato complessivamente con una grazia superiore alla media ( intervallando le immagini prese dalle telecamere, finte, del team di esploratori e tecniche più "normali") il problema risiede in un gruppo di personaggi che li vorresti vedere sparire nelle viscere dell'inferno dopo cinque secondi netti e in una sceneggiatura che raffazzona alla grande vari miti e leggende, prendendone un tanto al chilo, e mescolandole tutte con una superficialità tipica dell'americano in vacanza premio.
Tutto insieme: pietra filosofale, alchimia, scritti precoranici, la Bibbia, Tolomeo e se non bastasse ci mettiamo sulla porta anche un " Lasciate ogni speranza voi che entrate" di dantesca memoria.
Un minestrone indigesto per gli amanti delle tematiche in oggetto, un maldestro specchietto per le allodole per raggranellare maggiori spettatori possibili.
E poi ci sono le uscite ad minchiam di Scarlett, archeologa alla Indiana Jones ( o meglio profanatrice di antichità) che non esita a distruggere vestigia antiche solo per arrivare al suo scopo e che anche quando i suoi compagni le dicono che le mutande gli hanno disegnato un 7 sul testicolo destro , trova il modo di esporre la sua cultura enciclopedica scoprendo una ragione arcana anche alla mutanda che stringe là dove non dovrebbe, là dove fa più male.
Un personaggio veramente insopportabile che vorresti vedere seppellito all'istante da tonnellate e tonnellate di scheletri.
Altra cosa che con me non ha funzionato è il tentativo di provocare una sensazione di incoercibile claustrofobia in chi guarda.
Tentativo andato a vuoto perché non più di qualche giorno fa ho avuto la ventura di imbattermi in Crawl or Die ( di cui abbiamo parlato qui ), un film dal budget microscopico in grado però vero dolore fisico in quanto a sensazione claustrofobica.
Al confronto Necropolis - La città dei morti sembra proprio una passeggiata di salute infarcita di scoperte degne di Tomb Raider ( il videogame).
Una cosa che mi ha sorpreso è invece il finale che insospettabilmente nobilita un film che a dispetto delle ambizioni ( vedere anche il titolo originale As Above So Below, frase simbolo della tradizione alchemica) si era impantanato letteralmente in cunicoli senza uscita.
Un finale non ovvio che scansa i soliti mostriciattoli repellenti che ormai non fanno paura più a nessuno e che quasi ti fa prendere questo film in simpatia.
Quasi.
Anche se quella locandina alla fine è un mezzo spoiler.....
PERCHE' SI : ottima ambientazione, stilisticamente ibrido e non il solito tremante found footage, un finale che quasi te lo fa guardare con occhi diversi
PERCHE' NO : non abbastanza claustrofobico per chi, come me , è incappato prima in Crawl or Die, il personaggio di Scarlett ( Perdita Weeks,peraltro figliola di indubbia avvenenza) è veramente di quelli che ispirano antipatia istintiva, un minestrone di mitologie provenienti da tutto il mondo che risulterà indigesto a chi è appassionato della materia, una locandina che è un mezzo spoiler....
( VOTO : 5 / 10 )
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