Il nostro indice perde quasi un punto e mezzo
Si salvano BpM, Fiat e Buzzi. Forti cali per Yoox e Tod’s. Molto male il comparto bancario, ma limitano le perdite le due Big. Crolla l’Eni dopo i pianti di Descalzi.
Dopo una partenza in territorio negativo il nostro indice principale aveva anche recuperato, ma appena il Ftse Mib (-1,43%) ha rivisto la freccia verde sono immediatamente tornate le vendite, che si sono accentuate dopo l’apertura incerta di New York.
Alla fine il nostro indice principale è risultato il peggiore a livello continentale e le vendite hanno colpito un po’ tutti i settori.
Fra i bancari si è salvata Banca Popolare di Milano (+0,79%) che proprio nell’asta di chiusura ha superato Fiat (+0,71%) in testa alla classifica per tutta la giornata grazie ad un report di Mediobanca. L’Istituto di Piazzetta Cuccia ha portato il rating ad “Outperform” dal precedente “Neutral” ed il tp a 10,5 dal precedente 8,1 euro, ma non si è fermata qui, perché un eventuale aumento di capitale, associato alla quotazione di Ferrari in Borsa, spingerebbe il tp addirittura fino a 15,1 euro!!!
Positive anche Buzzi Unicem (+0,45%), Mediolanum (+0,09%) e Salvatore Ferragamo (+0,04%) che però è risultata la sola eccezione del comparto del lusso, visto che Yoox (-4,08%) e Tod’s (-4,04%) hanno fatto segnare i maggiori ribassi di seduta.
Ma anche BpM è rimasta la sola eccezione in un settore che ha visto forti storni, in particolare per Banco Popolare (-3,85%), Banca MPS (-3,21%), Mediobanca (-2,96%), Bper (-2,79%) e Ubi Banca (-2,38%).
Decisamente più contenuti i ribassi delle due Big, Unicredit (-0,63%) ed Intesa Sanpaolo (-0,33%).
Ancora un calo, è il terzo consecutivo, per Mediaset (-3,40%), ma il contributo decisivo al ribasso del nostro indice di riferimento è arrivato da Eni (-3,20%) che dopo aver avuto un grande AD come Scaroni, a mio avviso di gran lunga il più grande manager pubblico che l’Italia abbia mai avuto dai tempi di Enrico Mattei, ora alla guida ha una nullità come Descalzi, se non ci affrettiamo a sostituirlo rischiamo di far affondare la nostra più importante azienda.
E concludiamo con due altri ribassi decisamente preoccupanti, innanzitutto Saipem (-3,00%) che si sta avvicinando a quota 16 euro ossia ai minimi dallo scorso febbraio e Cnh Ind. (-2,49%) che invece è nuovamente in area 6 euro, il 35% in meno rispetto a dodici mesi fa.
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro