l temporary shop sono gallerie di prodotti artigianali che raramente trovano spazi espositivi disponibili, proprio perchè non legate ai concetti dei sell in sell out della GDO, di conseguenza non direttamente vincolati al concetto di fidelizzazione.
Inoltre, i costi fissi sostenuti dal Comune rappresentano un incentivo per i piccoli artigiani a promuovere i loro prodotti esponendoli in spazi di grande visibilità che altrimento non avrebbero. Penso per esempio a quanti giovani artisti avrebbero l’opportunità di farsi autopromozione e quanti non più giovani, schiacciati dal business delle gallerie d’arte, troverebbero finalmente un sostegno istituzionale senza più dover ricorrere all’assistenzialismo del mecenatino di turno.
Del resto la vendita al dettaglio è agonizzante perchè il negoziante non può diversificare come un temporary o come una superette; il consumatore non è più fidelizzato alla marca come un tempo, almeno in alcuni settori e nemmeno alla figura del commerciante di fiducia, i cui prezzi spesso più alti della GDO, outlet etc..
Il discorso è molto lungo ed articolato ma chi dichiara che la colpa della crisi del commercio risiede nel caro parcheggi, nelle zone pedonali, nella mancanza di eventi….o per la concorrenza di GDO, sta solo cercando un alibi alle proprie sconfitte.
Gli italiani sono cambiati e i loro consumi sono cambiati, spendono diversamente, quelli che possono, e si muovono di più per cercare l’affare, la cosa che piace, viaggiano, fanno sport, frequentano centri benessere, vogliono cellulari e tablets alla moda…e nonostante la crisi questi settori come si dice in gergo “tirano” ancora.
I negozianti stanno lì rassegnati ad aspettare il cliente pensando che un brand, un
franchising, una firma possano risolvere il problema…Siamo nell’era dell’e commerce, della rete, dei cambiamenti di mode repentine, di usa e getta, di voglia scegliere ciò che si vuole….e i nostri negozi rispecchiano queste tendenze??
Sapiamo tutti che in tempi di crisi i mercati di nicchia crescono in modo esponenziale, quindi la crisi del commercio va ricercata in ben altri fattori….ma i commercianti hanno sempre puntato il dito sulle amministrazioni in zona elezioni…In passato il commercio dominava il mercato con guadagni eccellenti e poche tassazioni, ora che la concorrenza si è fatta più dura, per tutti, non accettano di doversi adeguare a profitti di nicchia inferiori.
L’alternativa è studiare nuove forme di retail più snelle, dinamiche e diversificate, il temporary shop “modello Cosenza” è un inizio, un idea nuova che può piacere e creare interesse, perchè no? Sai che l’idea va oltre il prezzo……
Chiara Cremonesi
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