In effetti ho acceso e girato i canali tv stamane e alle 11, dopo vari estenuanti ascolti di Omnibus, Agorà (non più di 10 minuti per vedere le stesse facce e specialisti) mi si presenta un programma dalle 11 alle 13.30 (urca) dal titolo L’aria che tira (la7) dove è un susseguirsi di giornalisti (ormai senza sedi) e le facce che non hanno trovato le poltrone al mattino. Ma veramente tanti, a tal punto, che la spigliata presentatrice, è stata costretta a dire: “Qualcuno, non mi ricordo più ha invece detto che…“
La parola “invece” è il fil- rouge di questi salotti, preconfezionati, bilanciati e possibilmente con personaggi in cerca di vittoria televisiva.
A volte si chiama qualche tecnico ma se questo cominicia a spiegare, il moderatore (non moderato altrimenti..) lo ferma perchè è vietato usare la testa ma solo l’orecchio e la bocca.
Alla fine le parole sono solo rumori e non hanno più nessun valore dopo 1-2 ore.
Colpo di stato !!
Il Presidente prende carta e penna e scrive ….magari se ci dicessero che è una stilografica e pure la marca (evidenziando che nella trasmissione ci sono piccole inserzioni che servono a finanziare il personale della Rai!) saremmo cooperatori di sviluppo.
L’unica trasmissione seria è quella in cui fanno la diretta di avvenimenti con la gente che paga o ha fatto tanta strada e sacrificio per vedere e ascoltare quello che noi vediamo da casa: sport, discorsi del Papa, dei vari Presidenti, ecc..
Possiamo tifare, addormentarci, criticare ma in quel momento vediamo altro dal quotidiano che la nostra giornata ci offre.
Povere parole scritte, così lunghe, piene di congiuntivi, silenziose. Almeno accendiamo la radio, ora non ci sono più neanche le zanzare…tigrotte!