Fu, secondo quanto da lui detto, un momento di “altissimo rischio” e la discesa rappresentò un momento “estremamente complesso” ma fu una “sensazione di euforia.”
Della conquista della Luna negli anni ricordò: “La cosa più importante della missione Apollo fu dimostrare che l’umanità non è incatenata per sempre a un solo pianeta, e che le nostre visioni possono superare quel confine, e che le nostre opportunità solo illimitate”.
Parole forti ed indubbiamente ben riflettute. Il messaggio di Armstrong è uno di quelli che dovrebbero essere presi come spunto per le generazioni future.
Il suo idolo era Charles Lindbergh e scelse, come il suo eroe, di evitare la fama mondale e i media. Era un uomo, mentalmente, più grande della sua età. Poteva trascorrere la sua vita utilizzando la fama che aveva ottenuto con quello storico volo, ma scelse la riservatezza. Riservatezza che in molti non coglieranno ma che contraddistingue solamente i “Grandi” della storia dell’umanità.
Ci sono molti esempi, nel nostro moderno panorama, di persone che vengono considerate come esempi anche se nei fatti hanno fatto cose di gran lunga inferiori a quelle di personaggi come Armstrong. Spesso e ancor di più oggigiorno, si da maggiore importanza a modelli di moralità dubbia mentre troppo facilmente si dimentica il virtuosismo di uomini quale Neil. La sua celebre frase, prima di mettere il piede sul suolo lunare, fu: “Un piccolo passo per un uomo, un grande passo per l’umanità”. Si è, negli anni, molto dibattuto sul fatto che avesse o meno pronunciato in modo spontaneo quella frase, ma in una delle sporadiche interviste da lui rilasciate ha assicurato di esserne stato lui l’unico autore«Ci ho pensato dopo l’atterraggio, ma avevo molte altre cose da fare e non mi ci sono concentrato molto, è stata un’affermazione molto semplice». Affermazione semplice ma la sua frase esprime appieno l’idea che quando l’umanità si impegna a voler realizzare un sogno quale è stata la conquista sulla Luna, può farcela e permettere ad un onesto uomo di 38 anni di compiere viaggi verso l’infinito.
Michele Soliani