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Furore. Ecco l'aggettivo appropriato per descrivere Americana di Neil Young con i Crazy Horse: Billy Talbot, Ralph Molina, Poncho Sampedro, musicisti il cui nome suona persino onomatopeico, un gruppo con cui il canadese non ha sbagliato un colpo da Gold Rush a Tonight's The Night, da Zuma a Rust Never Sleep a Ragged Glory e Weld (gli ultimi due dischi citati sono quelli che più richiamano il suono di questo Americana). Furore è lo spirito con cui Young imbraccia la Gibson con il jack infilato in un Marshall ed i controlli sul 10 (che chitarrista splendido è Neil Young?). Furore è il fuoco della sua voce, furore è il suono chitarre rabbiose e melodia da 45 giri del '77 dei Sex Pistols. Le undici canzoni sono classici della musica delle radici americane tanto e più di quanto lo furono i brani delle Seeger's Sessions di Springsteen e con altrettanta anima. Non sono però interpretazioni folk, ma rock & roll vissuti dal canadese come se fossero canzoni proprie. Con i rock & roll roots di Americana ci si balla il pogo, ci si saltella per casa mimando una Gibson e ci si canta a squarciagola i cori di Oh Susanna, di My Darling Clementine, di Tom Dula Tom Dula Tom Dula Ton Dula! Get A Job è puro rock & roll anni '50 a la Shocking Pinks. Gallows Pole è il traditional ripreso in modo diverso anche dai Led Zeppelin e riassume i punti di forza del sound di Americana, vale a dire furia rock elettrica e cori melodici, come sui dischi dei Ramones. Jesus Chariot era una canzone religiosa per bambini, mentre la splendida e malinconica Wayfarer Strager è la stessa di Johnny Cash oltre che di una lista di qualche centinaio di artisti che comprende Roger McGuinn e Tim Buckley. This Land Is My Land è quella di Woody Guthrie, il più celebre pezzo folk americano e vero inno dell'altra America, compresa la versione di Springsteen. Ed a proposito di inni God Save The Queen non è quella dei Pistols ma è altrettanto potente e, a pensarci, come inno britannico in defintiva era quello degli americani di prima della rivoluzione. A 66 anni Neil Young non ha perso il gusto per il rock, non ha perso la passione di cantare, non ha perso il furore delle proprie radici. E non ha perso il potere di esaltarmi.
(Blue Bottazzi - SUONO di luglio 2012)
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