Da Valbruna, al limitare della Val Saisera un bell'itinerario da effettuare in questo periodo, in veste invernale, peccato un po' per il tempo che ci ha impedito di gioire per i panorami, ma il paesaggio innevato e l'atmosfera di una bella nevicata riescono per fortuna a regalare emozioni
Appena imboccata la salita della strada che da Valbruna penetra in Val Saisera parcheggiamo l'auto. All'altro lato della strada inizia il nostro percorso di oggi. Evitiamo la comoda carrareccia imboccando la più ripida tracce del sentiero CAI che taglia il primo tornante. Ciaspe subito ai piedi e neve che scende dal cielo grigio. Un po' imprevisto il tempo. Nel resto del Friuli c'è il sole, qui nevica, una buona nevicata sospinta tra l'altro da un discreto vento. Fa piuttosto freddo per cui ci mettiamo subito in marcia senza aspettare gli amici del CAI di Cividale incontrati per caso, anche loro con la stessa destinazione.All'interno di un bel bosco di abeti e faggi saliamo ora lungo la carrareccia di servizio che dopo una svolta prosegue un po' meno ripida, costeggiando il pendio, alta sul Rio del Salto.
A onor di cronaca, nonostante il freddo alle dita e con poche velleità di buona riuscita scatto qualche foto più che altro a documentare il sentiero. Le viste sul Lussari e sulla Cima del Cacciatore infatti, pur con la pista che attraversa spazi pù aperti, le possiamo solo immaginare oltrepassato il fitto mantello grigio che tutto avvolge. E la neve fioca. Colori dominanti il bianco e il grigio. Anche nella conca che si apre sotto le pareti del Monte Strechizza i cui contorni appaiono e scompaiono tra le nuvole basse, è lo stesso .
Il sentiero non è individuabile sotto la neve pertanto ci limitiamo a salire seguendo la strada che assecondando i tornanti inverte più volte direzione. Il bosco si dirada sempre più ma niente viste per oggi, solo grigio, bianco e fiocchi di neve. Intanto il CAI ci raggiunge. Ormai siamo vicini. La traccia diventa una scia profonda nel bianco e superata la deviazione per Valbruna, sbuca magicamente sul grande ripiano dove sorge Malga Rauna.
Tutto bianco, alla malga praticamente si accede da sopra tramite un pertugio scavato nella neve. Mentre la comitiva si ricompatta per una sosta, io e Marisa proseguiamo, vale la pena seguire la traccia fino alla piccola e graziosa Cappella Zita costruita dagli austriaci e dedicata alla imperatrice d'Austria.
La nevicata, il cielo grigio, tutto il resto bianco, solo una traccia che sale, silenzio assoluto, per un attimo siamo solo noi, il silenzio, il vento e la neve. Provo con qualche scatto a rappresentare un momento speciale. Spero almeno. Spesso se mi salgono su le emozioni so è che qualche foto mi viene fuori e allora scatto, chissà magari …......
So che se c'era il sereno avremmo potuto ammirare splendidi panorami, anche grazie alle recenti opere di disboscamento, buon motivo per tornare con altre condizioni, ma l'atmosfera di oggi ha qualcosa di magico, la neve è musica silenziosa, l'occhio è ingannato da insolite prospettive e piacevolmente spaesato, cerca dei punti di riferimento come le tracce, o un albero o la cappella, allo stesso tempo sembra quasi di essere al centro, nel cuore di un universo bianco parallelo che non è indicato in nessuna mappa, inondato di luce diffusa, mentre tutto intorno scendono i fiocchi di neve.
La sosta alla Malga Rauna è necessaria per riscaldarci con un buon thè prima di intraprendere la via del ritorno.............
..................., nel bosco ritrovando le dimensioni un attimo smarrite nel bianco …......
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