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Nel calcio gli scandali non finiscono mai

Creato il 22 ottobre 2012 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

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Riceviamo da Federsupporter e pubblichiamo

( Avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area Giuridico-Legale)

Non si è ancora conclusa, sul piano della giustizia sportiva, la complessa vicenda denominata “ Calcioscommesse” che già si profilano all’orizzonte altre e, forse, ben più complesse e gravi vicende che coinvolgerebbero il mondo del calcio.

Già dall’aprile scorso notizie di stampa (ved. “Gazzetta dello Sport “ del 20 aprile, pag.17, articoli a firma Francesco Cerniti e Carlo Laudisa) informavano che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Piacenza, nonché le Procure di Cremona, Napoli e Bari, stavano indagando su alcune società di calcio, su alcuni dirigenti, calciatori, agenti di questi ultimi, ipotizzando reati tributari.

Più recentemente, tra la fine di settembre e questa prima metà di ottobre, sono comparse ulteriori notizie, sempre su organi di stampa, che riferiscono di indagini avviate nei confronti di alcuni calciatori e di loro agenti, ipotizzando il reato di riciclaggio e riferendo, altresì, di accessi della Guardia di Finanza presso società calcistiche e presso la stessa FIGC.

Ciò premesso, allo scopo di fornire qualche utile delucidazione, si precisa che i reati tributari sono quelli di cui al Decreto Legislativo 10 marzo 2000, n.74, e che, tra questi, quelli più gravi, in quanto prevedono la pena della reclusione ( da 1 anno e 6 mesi a 6 anni), nonché pene accessorie e interdittive, per la dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni  inesistenti ( art.2 ) e per la dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici ( art. 3 ).

 Per quanto riguarda il riciclaggio, previsto dall’art 648 bis C.P., esso consiste nella sostituzione o trasferimento di denaro, beni, o altre utilità provenienti da delitto non colposo ad opera di un soggetto che non abbia preso parte a tale delitto, ovvero in operazioni, compiute dallo stesso soggetto, volte a ostacolare l’identificazione della provenienza delittuosa dei denari, dei beni o di altre utilità.

 Il reato di riciclaggio è sanzionato con la reclusione da 4 a 12 anni, nonché con sanzioni pecuniarie e con pene interdittive.

 Così sommariamente delineate le ipotesi delittuose su cui, in base alle notizie sin qui fornite dagli organi di informazione, starebbero indagando alcune Procure, avvalendosi della Guardia di Finanza, è evidente che, al di là di quelli che potranno essere gli sviluppi e gli esiti di dette indagini, sussistono più che giustificati e legittimi motivi di allarme per il profilarsi all’orizzonte del mondo del calcio, di “Fiscopoli, Riciclopoli” etc..

A ciò si aggiunga che, sempre secondo notizie riportate da vari organi di informazione, numerosi calciatori e agenti sarebbero implicati in una indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo per false cittadinanze italiane rilasciate a giocatori extracomunitari, in particolare argentini e brasiliani.

 Per soprammercato, secondo dichiarazioni, pure riportate dai suddetti organi,del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli, starebbero venendo fuori nel mondo del calcio alcune, ulteriori cose scorrette “ se possibile, ancora più clamorose” di quelle già venute fuori.

I nuovi, annunciati “ scandali” appaiono ancor più allarmanti rispetto alle pur gravi “ Calciopoli e Scommessopoli”, in quanto, nelle ipotesi sopra considerate, sarebbero o potrebbero essere, in larga parte e direttamente, coinvolte le società, oltreché tesserati delle stesse e, in questo caso, dal punto di vista dell’ordinamento sportivo, si tratterebbe, non di responsabilità oggettiva, bensì di responsabilità diretta.

 Quello che sta avvenendo o potrebbe avvenire non deve – dovrebbe-, però, sorprendere più di tanto.

Sin dal novembre 2009, nell’ambito di un Convegno tenutosi a Roma, presso Federmanager ( Federazione Nazionale Dirigenti Aziende Industriali), intitolato “ I bilanci delle società di calcio quotate : governance, tutela dei risparmiatori e degli stakeholders , avevo presentato, insieme con il collega, giudice tributario, Avv. Roberto Betti, una relazione dedicata al ruolo e all’attività degli agenti di calciatori nei rapporti tra società di calcio e calciatori stessi ed alle possibili implicazioni fiscali, oltreché civilistiche, di tali rapporti.

 Costituitasi Federsupporter nel gennaio 2010, in un Convegno tenuto dall’Associazione il 5 ottobre dello stesso anno a Genova, intitolato” Dalla società sportiva all’impresa sportiva”, ero tornato sull’argomento.

Mi ero, poi, ancor più diffusamente e dettagliatamente occupato dell’argomento medesimo in un mio studio dell’ottobre 2011 intitolato “Gli agenti dei calciatori: aspetti di natura regolamentare sportiva, civilistici e tributari”, pubblicato in appendice, dalla pag. 213 alla pag. 224, del Libro “ L’impresa sportiva come impresa di servizi: il supporter- consumatore” , di cui sono coautore con Alfredo Parisi, Presidente di Federsupporter, Tempesta Editore 2012.

Negli interventi, nelle relazioni, negli studi e nel libro citati veniva ricordato, in epoche in cui nessuno ne parlava, che già l’Agenzia delle Entrate, nonché sentenze di Commissioni Tributarie e della Cassazione, avevano avuto modo di rilevare fenomeni di evasione e elusione fiscale con riferimento a rapporti intercorsi tra società di calcio, calciatori ed agenti di questi ultimi.

In particolare, erano state rilevate cospicue evasioni ed elusioni di Irpef e Iva mediante la sostituzione delle società nel pagamento di compensi ad agenti di calciatori: pagamenti che avrebbero, invece, dovuto fare esclusivo carico ai calciatori stessi, nonché mediante contratti fittizzi per la cessione e l’utilizzo di diritti di immagine di giocatori, nonché, ancora, mediante pagamenti di provvigioni da parte di società di calcio a persone fisiche e, soprattutto, giuridiche, site, per lo più, in Paesi esteri, veri e propri “ paradisi fiscali” o a fiscalità di vantaggio, che, in realtà, sarebbero stati effettuati  con l’unico scopo di mascherare pagamenti in nero a calciatori e a loro agenti e/o la creazione di fondi neri a favore delle suddette società.

Contratti e pagamenti che, in massima parte, riguardavano operazioni estero su estero e che non trovavano nessuno o adeguato riscontro nelle contabilità e nei bilanci ufficiali delle predette società, potendosi, altresì, configurare, in questo caso, anche i reati di alterazione di documenti contabili e di false comunicazioni sociali.

Anche le Istituzioni sportive calcistiche ( CO.VI.SOC. e Procura Federale), sia pure con notevole ritardo, avevano cominciato a muoversi, per quanto di loro rispettiva competenza, con, nel febbraio 2012, una serie di numerosi deferimenti di società, di loro dirigenti, di calciatori e loro agenti ( 8 società di Serie A, 5 di Serie B, 15 dirigenti e 10 calciatori, tra Serie A e Serie B, nonché 23 agenti) per plurime violazioni del “Codice di Giustizia Sportiva” (C.G.S.) e del “Regolamento Agenti calciatori”.

Quasi tutti i deferimenti si sono conclusi con condanne, totali o parziali, che hanno comportato sanzioni pecuniarie, inibizioni e squalifiche temporanee.

In un mio documento del 29 novembre 2011, in cui riassumevo gli aspetti di natura regolamentare sportiva, civilistica e tributaria del ruolo e dell’attività degli agenti di calciatori ( il documento è consultabile sul sito www.federsupporter.it) , nelle considerazioni finali, osservavo : “ Ancora una volta, anche dalla disamina degli aspetti qui trattati che riguardano gli agenti dei calciatori, emerge che il mondo del calcio si ritiene un sistema assolutamente a se stante, autoreferenziale, al di fuori e al di sopra di ogni regola che non sia quella del fai da te e del così fan tutti”.

Aggiungevo che nel mondo del calcio bisognava smontare quelli che la Cassazione aveva definito “ complessi meccanismi simulati e interpositivi”finalizzati a violare o aggirare norme ordinarie e sportive.

 Non solo, in un mio successivo e più recente documento del 23 aprile scorso ( anch’esso consultabile su www.federsupporter.it), sempre dedicato all’argomento, constatavo con, credo, legittimo orgoglio, ma con altrettanta legittima amarezza, che “ Ancora una volta Federsupporter può vantare, con legittimo orgoglio, di aver saputo lucidamente cogliere, con largo anticipo, un rilevante aspetto del mondo calcistico e di averlo saputo esaminare con assoluta professionalità e competenza, portandolo, pur nel totale disinteresse e silenzio, salvo qualche rara eccezione, degli organi di informazione, all’attenzione delle Istituzioni, sportive ed extrasportive, ma soprattutto dei sostenitori, i quali, è sempre bene ricordarlo, sono i finanziatori, diretti e indiretti, del suddetto mondo e che non meritano lo spettacolo che tale mondo sta offrendo sotto molteplici punti di vista: cosa che rende ormai indifferibile un profondo e radicale rinnovamento de nostro calcio, sia quanto alle persone sia quanto alle regole che lo governano”.

Sulla base di tutto quanto precede, non possono, dunque, che destare stupore e perplessità le dichiarazioni pubblicamente rilasciate in questi giorni dal Presidente della FIGC, dr. Giancarlo Abete, il quale, con riferimento agli accessi della Guardia di Finanza presso la Federazione, ha sostenuto trattarsi della pura e semplice acquisizione di fotocopie di documenti e che, con riferimento alle notizie fornite dal Capo della Polizia, ha sostenuto trattarsi di cose già note.

Egregio Presidente Abete, ancora una volta, “và tutto bene madama la marchesa” ?

Infine, per tutti quegli organi di informazione che volessero, una volta tanto e finalmente, approfondire questioni che esulano da schemi tattici, dalle prestazioni del calciatore o dell’allenatore Tizio e Caio, dai “ comizi” di qualche Presidente di società di calcio o di Lega circa l’ineludibile esigenza di una legge sugli stadi, tale da consentire colossali abusi e speculazioni edilizie ( dopo la Juventus, sembra che anche la AS Roma stia per smentire che sia  indispensabile una legge speciale per realizzare nuovi e moderni stadi), Federsupporter resta, come sempre, a disposizione per fornire chiarimenti, precisazioni, notizie, pareri e documentazione.

All’uopo sovviene e  soccorre l’ormai celebre “non potevano non sapere” .


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