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Nel cuore del romanzo dell’Ottocento

Creato il 28 ottobre 2013 da Libereditor

Mentre percorriamo e ripercorriamo le strade di Delitto e castigo, mentre cerchiamo noi stessi in questa «storia fantastica, cupa, in questo caso dei nostri tempi, nei quali il cuore umano si è intorbidato», ci domandiamo chi sia Raskol’nikov. La nostra prima impressione è chiara. Raskol’nikov è un eroe romantico, un idealista alla Schiller, un angelo pallido: «bello, con stupendi occhi scuri, capelli castani, alto, esile e snello». Come ogni eroe romantico, è solitario, orgoglioso e superbo: pare sempre nascondere qualcosa dentro di sé; e gli altri hanno l’impressione che egli li guardi dall’alto in basso, salito sopra un piedistallo fantastico. Una cupa e tetra atmosfera luciferina avvolge la sua figura. Mentre noi tutti ci lasciamo sedurre dalle occasioni della vita, c’è in lui una purezza intangibile, un fondo adamantino e inflessibile, fiero e disperato, che nessuna lusinga riesce a corrompere. La vita non gli basta: l’esistenza sola è troppo poca cosa per lui: aveva sempre voluto di più; era stato «mille volte pronto a dare la sua esistenza per un’idea, per una speranza, perfino per un sogno».

male assolutoRabbia, impetuosità, tormenti, segreti, rimorsi… Il Male costituisce l’antitesi di tutto ciò che viene accettato convenzionalmente come Bene. La letteratura autentica mette sempre in discussione le norme delle convenzioni e i princìpi della prudenza e forse, come scriveva Georges Bataille, avvicinarsi al Male e mettere il discussione il Bene è  innanzitutto condizione di libertà. L’infrazione spaventa, ma allo stesso tempo attrae, come se l’esuberanza comportasse una sorta disprezzo per la morte, che è imprescindibile non appena la regola viene spezzata… La letteratura studia il male da vicino e proprio per questo sa anche essere più severa della legge… Forse solo aprendosi al Male e contestando il Bene l’uomo può davvero considerarsi libero?
Pietro Citati rilegge a suo modo i grandi romanzi dell’Ottocento per cogliere il confine tra il bene e il male e il travaglio del suo superamento. Per scandagliare delle zona d’ombra che ci restituiscono l’affresco di un’intera epoca.

Pietro Citati, Il Male Assoluto. Nel cuore del romanzo dell’Ottocento, gli Adelphi, Adelphi, 2013.


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