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Nel dimenticatoio della rete

Da Flavialtomonte

Ottobre non è il mese delle grandi idee, forse dei progetti sì, ma in fase di assemblaggio. 
A volte penso a quanto siamo condizionati dalla rete, mentre scriviamo, o meglio, a quante parole riusciamo a far nostre, a quanti gesti si somigliano: controllare l’arrivo delle e-mail, visitare gli stessi siti. Ed è dentro questi processi che le nostre idee si volatilizzano, mescolandosi ad altri contenuti, fino a divenire inutili e prive di senso. Quasi perdiamo di vista la tutela dei nostri propositi, specialmente quando non abbiamo un iter da seguire. Siamo in divenire, e questo è un grosso ostacolo prima che un vantaggio di crescita.

La rete è piena di fili, fili di discorsi, discussioni, commenti, teorie, critiche, che tante volte diventano nodi, impossibili da sbrogliare. Ogni filo e ben collegato a un contesto e si intreccia ad altri, diversi, che molto spesso non centrano niente. E allora la rete appare il contenitore del tutto, in cui i fili vengono fatti passare dalla fessura dell’ago, lungo il tessuto, e infine tagliati, dopo aver fatto il nodo di chiusura. Sono pietanze che serviamo a colazione, pranzo, merenda e cena, pietanze che assimiliamo bene, digeriamo, e scarichiamo insieme alle sostanze di scarto, tirando lo sciacquone. E in molti casi “tirare lo sciacquone” serve. Se la pietanza non è stata digerita bene poi, occorre intervenire con una buona tisana, una tisana di parole. 

Poi, per fortuna, ci sono anche le immagini. Una rete contaminata da foto, diapositive, presentazioni, video, filmati, per piangere, per ridere, sorridere, per pensare. C’è la luce e ci sono i colori in questo mondo virtuale. Uno spazio che possiamo costruire e de-costruire, un mondo realistico e multiforme, dentro cui selezioniamo i nostri bisogni.

«Ma dove vanno a finire le informazioni che non vengono sfruttate? Che fine fanno i vecchi articoli, le vecchie foto, i vecchi video, le vecchie teorie?»

Nella vita reale tutto quello che vediamo e impariamo diventa esperienza, anche se buona parte finisce nel dimenticatoio della nostra memoria. Nella rete invece, ci sono gli archivi, e il dimenticatoio è solo l’angolo non utilizzato dagli utenti, mentre la rete sì, ricorda ogni cosa. I pensieri più belli o gli scandali (come nella vita) tornano presto a galla, mentre i ricordi irrilevanti vengono abbandonati al loro triste destino. 
Non è un processo molto simile alla nostra natura umana, in cui la parte cosciente è quella sempre attiva e quella incosciente viene risvegliata solo attraverso particolari stimoli? E allora, tutto serve, anche nel web, ogni traccia che riusciamo a lasciare, ogni informazione che inseriamo, serve a qualcosa, come nella vita di ogni essere vivente. Forse, funziona proprio così: bisogna solamente porsi delle missioni e il gioco è fatto.


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