Un gravissimo difetto del mondo occidentale è sempre stato, e continua ad essere tutt’oggi, quello di (o di fingere di) ignorare ciò che accade ad est, come se il mondo conosciuto finisse appena dopo l’Iran. Si guarda ad est solo per qualche torneo mondiale di calcio, per i gp motoristici e, ma solo negli ultimi 2 anni, per la forza economica dei mercati asiatici che stanno mettendo sotto scacco tutto il sistema economico occidentale.
Ogni tanto però ci si accorge che laggiù succede anche qualcos’altro, e spesso quello che succede non è piacevole, urta i nostri sensi e ci fa diventare accusatori, giudici e carnefici di una cultura che dista da noi anni luce: tutto ciò ci da fastidio perché noi occidentali siamo democratici, civili, assennati e morigerati mentre gli orientali sono inquietanti nella loro indefessa volontà di eccellere, nel loro sopportare monarchie dinastiche che li hanno imprigionati fino a qualche decennio fa in un medioevo sociale agghiacciante, nel loro rinascere dopo aver sopportato i postumi di due esplosioni nucleari e un numero indicibile di conflitti importati dal paese che più di tutti riesce ad esportare la guerra in questo mondo.
In questi giorni la Corea del Nord sta giocando un ruolo importante nella lotta contro l’americanità che Bin Laden aveva iniziato tragicamente nel 2001, tutti i dittatori che negli ultimi 50 anni hanno costruito i loro micro-imperi in nazioni del mondo che non sono state raggiunte dalle manacce a stelle e strisce, o che proprio con la connivenza di queste ultime hanno prosperato da qualche tempo, non sono più disposti ad essere trattati come ostacoli alla diffusione della democrazia. Dove con il termine “ostacoli alla diffusione della democrazia” si intende contrari allo sfruttamento del proprio territorio.
Il delicatissimo equilibrio politico faticosamente costruito dopo Hiroshima e Nagasaki, minacciato dalle guerre degli USA in Corea (anni 50) e Vietnam (anni 60-70), è oggi ad un passo dall’annientamento definitivo visto che il dittatore nord-coreano Kim Jong Un provocando gli USA dimostrando di possedere un potere che forse non ha. Restando ai fatti di cronaca (fonte Wired.it) pare che il governo della Nord Corea,verso la fine dello scorso dicembre, abbia lanciato un razzo, sostenendo di aver effettuato un tentativo di messa in orbita di un satellite. Pochi mesi dopo, e siamo già nel 2013, la Nord Corea ha completato alcuni test nucleari; gli USA hanno preso malissimo la cosa e con il solito fare da spacconi hanno effettuato una esercitazione militare con alcuni bombardieri nello spazio aereo della Corea del Sud, cosa, questa, che ha suscitato le ire del dittatore nord-coreano il quale ha dichiarato lo stato di guerra nei confronti di Seoul (capitale della Sud Corea). I successivi spostamenti di missili e attrezzature militari che si sono verificati nelle ultime ore poi hanno contribuito a far crescere la paura di una guerra USA-Nord Corea visto che allo stato attuale la potenza di fuoco della Nord Corea è in grado di investire la Sud Corea, il Giappone, l’isola di Guam (sede di una imponente base missilistica americana) e le coste orientali degli stessi USA.
In realtà non si conosce la vera forza della Nord Corea ma si conoscono bene i disastri che possono seguire ad alcune folli decisioni di governi il cui potere sia accentrato nelle mani di un solo individuo, specie se quest’ultimo non è proprio presente a se stesso.
E immaginate cosa può succedere se il destino del mondo fosse deciso da una sola nazione con le sue folle mire di controllo assoluto, di oppressione e onnipresenza militare e con l’assurda idea di diffondere la democrazia, la sua democrazia, in tutto il mondo. Anzi, no, questo non occorre immaginarlo. Sta succedendo.