Esentai Mall rappresenta solo l’ultimo emblema della crescente ricchezza di Almaty, città dove sono presenti altri simboli della ricerca del lusso sfrenato, che sembra aver travolto tutti, da queste parti: hotel a cinque stelle, centri benessere, negozi Swarowski e rivenditori Rolex. Ovviamente, non tutti i kazaki se la passano bene, anzi: accanto ai 5 miliardari e ai 12mila milionari che vivono nel paese, ci sono fasce di popolazione con redditi al di sotto della soglia minima di povertà, che rivendicano migliori condizioni di vita. Come accaduto nel 2011 nella cittadina di Zhanaozen, nel cuore petrolifero del Paese, dove alcuni operai della compagnia petrolifera statale KazMunaj Gas si resero protagonisti di una storica protesta in nome di un miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro.
Nonostante ciò, il Kazakhstan è ormai il cuore finanziario dell’Asia Centrale, grazie anche ad un clima economico molto favorevole alla creazione di business e all’imprenditorialità, migliore anche di quello della vicina Russia: nella graduatoria della Banca Mondiale sulle nazioni dove sussistono le migliori condizioni per fare impresa, il Kazakhstan è salito nel 2012 dal 56° al 49° posto (la Russia è 112esima), ed ha compiuto un enorme balzo (dal 55° al 25°posto) in quella per la facilità nella creazione d’impresa, per la tassazione sulle attività produttive (17° contro il 64° dei russi) e per la protezione degli investimenti esteri (10° posto contro il 117° della Russia), che dal 1992 hanno raggiunto il valore di 122,2 miliardi di dollari, diretti prevalentemente al settore energetico.