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Nel mondo del lavoro

Creato il 02 settembre 2010 da Libereditor

Nel mondo del lavoroJoshua Ferris ha vissuto a Key West in Florida e lì da bambino ha iniziato a scrivere storie alla Alfred Hitchcock, ma era ancora un gioco, un’imitazione creativa.
Poi, al College, all’Università di Iowa, ha iniziato a scrivere racconti di nuovo, ancora delle imitazioni, ma rifacendosi ad autori come Nabokov e Barthelme.
Prima di iniziare il suo Master in scrittura creativa alla University of California, Ferris ha vissuto per alcuni anni a Chicago, dove ha lavorato in un’agenzia di pubblicità come copywriter, un mestiere che lo ha aiutato molto a tirar fuori della “zavorra”…
Lì ha lavorato tre anni e in quell’ambiente ha conosciuto gerarchie, messaggi in codice, lotte di potere…
Per questo ha pensato che questi luoghi meritavano di essere descritti, messi su carta.
Una agenzia pubblicitaria di Chicago è anche la cornice per il suo romanzo d’esordio “E poi siamo arrivati alla fine” (2007). Scritto in prima persona plurale, con abbondanza di ironia, ma non senza empatia, il romanzo tratta dell’assurdità della vita in un ufficio e del lato oscuro nel mondo del lavoro contemporaneo.
La storia della comunità dell’ufficio non viene raccontata in modo lineare, ma molto velocemente e con numerosi flashback.
La scrittura di Ferris è stata paragonata dai critici a quella di Don DeLillo.
Tradotto in 25 lingue, il romanzo è stato finalista per il National Book Award e ha vinto il PEN / Hemingway Foundation Award.
Altri suoi racconti sono stati pubblicati, tra gli altri, nel New Yorker (che comprendeva anche Ferris nel loro “20 Under 40″, l’elenco degli autori giovani più promettenti e nel Guardian, oltre che nelle antologie American Voices nel 2007 e in Nuove Storie dal Sud.


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