Quando più di un anno fa mi sono imbattuta ne Il poeta mura, il volume di cui riporto un estratto ora su VDBD, Vladìmir Holan era già un poeta che conoscevo ed amavo. Trovare tra i libri del Fondo Enzo Siciliano quel volume di cui non immaginavo l’esistenza per me è stato qualcosa di clamoroso, i cui risvolti si sono fatti sentire per un anno e oltre. La gentilezza poi, dell’allora responsabile del Fondo Siciliano, di mettermi a disposizione il volume per un tempo sufficiente allo sfogo del mio accanimento, ha avuto l’effetto di una degenerare in scritti di ogni sorta. C’era poi al centro della questione del mio “ritrovamento”, la contrapposizione assai suggestiva riportata da Raboni. Il contrapporsi di due intenzioni poetiche, quella del poeta che si spende socialmente, Pasolini, e quella del poeta che si isola anche dallo scorrere del tempo, Holan, che mi pareva e mi pare particolarmente attinente al presente. E naturalmente la poesia di Holan che ai miei occhi rimane un modo così misterioso di dire la verità che malgrado l’interesse per la questione delle sensibilità poetiche a spendersi o a conchiudersi, resta un assoluto, e perciò non commentabile, non ulteriormente dicibile come lo stesso Raboni scrive, se non da sorbirsi religiosamente senza chiedersi troppi perché.
Su VDBD >Holan, Pasolini e Raboni
Ciò che è seguito dall’incontro con Il poeta murato. Post su Holan presenti in questo blog:
La non ulteriore dicibilità, ancora un estratto dall’introduzione del libro e poesie di Holan
Frutteto, una mia lettura audio/video di una poesia di Holan
Barocco, una poesia di Holan
Fisica di un’oscillazione, una prosa ispirata al barocco in Holan