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Nel Paradiso delle trottole: intervista alla Banda Putiferio

Creato il 11 aprile 2011 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Daniele Manini è una mente vul­ca­nica in con­ti­nuo movi­mento, sem­pre in perenne idea­zione e orga­niz­za­zione di pro­getti multi disci­pli­nali tra musica, tea­tro can­zone, let­te­ra­tura e ora anche fumetto, tutti facenti capo alla sua ensem­ble musi­cale chia­mata Banda Puti­fe­rio. Con il suo con­ta­gioso entu­sia­smo gioco forza rie­sce a coin­vol­gere per ogni sua nuova impresa decine di diversi arti­sti, come è suc­cesso nel recente Il Para­diso delle trot­tole, edito da Tunué, un curioso libro a fumetti con CD o, vice­versa, un CD musi­cale con un libro a fumetti che ne illu­stra le canzoni.

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Il gruppo nasce come pro­getto live del nostro primo cd Le stanze dei gio­chi, nel 2005. Daniele Manini (il sot­to­scritto) e Roberto Bar­bini sono il car­dine com­po­si­tivo e crea­tivo della Banda.

La vostra è una musica cer­ta­mente lon­tana dai generi pret­ta­mente com­mer­ciali: cosa signi­fica in Ita­lia, oggi, fare musica senza sna­tu­rare il pro­prio stile?
Signi­fica pre­va­len­te­mente evi­tare di farsi influen­zare anche dai cir­cuiti cosid­detti alter­na­tivi, ma non rinun­ciare a farsi con­ta­mi­nare dal mondo reale del con­sumo musi­cale. Di fatto molti musi­ci­sti che lavo­rano nei cir­cuiti main­stream non sem­pre rinun­ciano alla loro crea­ti­vità. Il nostro per­corso ai mar­gini non è mai stato voluto, sem­pli­ce­mente ope­riamo in asso­luta autonomia.

E’ comun­que neces­sa­rio scen­dere a com­pro­messi di qual­che genere pur di poter far sen­tire la pro­pria musica e arri­vare a più per­sone?
Scri­vere can­zoni per noi è un modo di comu­ni­care. Il com­pro­messo è quello e lo è per chiun­que voglia comu­ni­care ad altri il pro­prio lavoro. Altri­menti è meglio star­sene a casa. Il pro­blema del com­pro­messo legato alla comu­ni­ca­zione di massa è rela­tivo a che tipo di lin­guag­gio si vuole usare e come si vuole usarlo. Ma, a mio avviso, anche un pro­getto di musica spe­ri­men­tale estremo in un con­te­sto giu­sto pro­mo­zio­nale (dicesi danaro) potrebbe avere un buon suc­cesso.
Fare musica oltre che un impulso arti­stico, per voi mi sem­bra abbia un con­te­nuto sociale forte.
Il sociale per noi è fon­da­men­tale. Il nostro intento prin­ci­pale è quello di rac­con­tare sto­rie e situa­zioni legate all’umano vivere e con­vi­vere. Il tutto è fil­trato con pesanti dosi di sar­ca­smo, a volte neces­sa­ria­mente cau­stico, dati i tempi. In que­sto modo cer­chiamo di difen­derci dall’imbecillità dila­gante; a volte con risul­tati soddisfacenti.

Le vostre can­zoni, senza sco­mo­dare banal­mente il teatro-canzone, hanno testi molto nar­ra­tivi, rac­con­tano sto­rie piut­to­sto che cer­care triti e ritrite meta­fore sull’amore. Sono can­zoni che neces­si­tano di un’attenzione forte da parte del frui­tore, di un coin­vol­gi­mento anche diretto. Mi danno l’idea di essere can­zoni più adatte a essere suo­nate dal vivo che a essere ascol­tare su CD?
In parte potrebbe essere vero, se per ascolto s’intende quello veloce da un brano e via in auto. Un ascolto più attento potrebbe comun­que sor­pren­dere. Per il tea­tro can­zone è meglio sco­mo­darsi, in quanto siamo al terzo reci­tal tea­trale (Parole Stanze, Fles­si­bi­lina e il nuovo Chil­dren Solu­tion) in cui le can­zoni ven­gono arric­chite da mono­lo­ghi. Qui il coin­vol­gi­mento è sicu­ra­mente più comunicativo.

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Luca Enoch

Que­sto impianto nar­ra­tivo, attra­verso il volume a fumetti edito per Tunué, sem­bra esplo­dere dalla CD alla carta. Come è nato que­sto volume, e soprat­tutto l’idea die­tro alla sua rea­liz­za­zione? So che anche il nostro buon Alberto Casi­ra­ghi ha avuto un ruolo impor­tante.…
Dopo aver affron­tato il tema del lavoro (Atten­zione! Uscita ope­raiNo Reply, 2007) rea­liz­zato con una doz­zina di scrit­tori, ho pen­sato di affron­tare il tema dell’infanzia, con la con­sa­pe­vo­lezza del mondo cosid­detto adulto. Da qui l’idea di rea­liz­zare il volume di sto­rie illu­strate e a fumetti, il Para­diso delle trot­tole. Alberto Casi­ra­ghi mi ha aiu­tato a con­cre­tiz­zare la veste edi­to­riale del pro­getto ed insieme abbiamo valu­tato le pos­si­bili col­la­bo­ra­zioni nell’ambito dei comics. Par­tendo quindi dall’idea di trat­tare il tema dell’infanzia, ho pen­sato di rac­co­gliere mate­riale nei resi­dui della memo­ria ed è venuto fuori un lavoro legato sicu­ra­mente ai ricordi, ma anche ad altri ele­menti legati all’odierno, con le tema­ti­che sociali a noi care.
Ho diviso in tre “filoni” i gruppi di can­zoni: Gli Insetti, Fiabe sonore e Bam­bini cre­sciuti. Negli Insetti, molto usati nella nar­ra­tiva infan­tile, ho scelto tre can­zoni legate a Banda Puti­fe­rio in maniera sostan­ziale. Assente giu­sti­fi­cato è L’acaro, di cui ci siamo occu­pati nel nostro primo lavoro. Ospiti nel cd: Mauro Ermanno Gio­va­nardi, Laura Fer­rari, Isa. I fumetti sono di Gino Gavioli, Luca Enoch e Lucho Vil­lani.
In Bam­bini Cre­sciuti vi sono le can­zoni senza vin­coli comu­ni­ca­tivi legate all’infanzia, che è pro­ta­go­ni­sta asso­luta, ma il cosid­detto mondo adulto tende ad annul­larla e ren­derla ste­rile. I bam­bini cre­sciuti, tanto cari, tra gli altri a George Bras­sens, ricor­dano l’infanzia fil­trando traumi e sug­ge­stioni legate alla tri­sta realtà odierna, dove i bam­bini sono pro­ta­go­ni­sti invo­lon­tari di qual­siasi bestia­lità (senza offen­dere le bestie). Ospiti nel cd: Anto­nio Rezza, Roberto “Freak” Antoni e Ales­sio Lega. I fumetti sono di Akab, Marco Manini, Mas­simo Gia­con, Cri­stina Benin­tende e Lola Aira­ghi.
Infine per Fiabe sonore ( titolo dei 45 giri che usci­vano in edi­cola per la Fab­bri Edi­tori) intendo sto­rie più o meno nar­rate e can­tate come fos­sero fiabe. La dimen­sione adulta dei rac­conti è qui deci­sa­mente più mar­cata. Ospiti nel cd: Bebo Storti, Paolo Mila­nesi, Lorenzo Mon­guzzi. I fumetti sono di Ono­frio Catac­chio, Fran­ce­sca Pro­to­papa, Otto Gabos, Davide Barzi & Danilo Loi­zedda.

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Mas­simo Giacon

Per­ché que­sto cin­nu­bio tra musica e fumetto e soprat­tutto cosa ques’ultimo ha aggiunto alle can­zoni?
Il fumetto è con­si­de­rato ancora da molti un mezzo arti­stico minore, e soprat­tutto in Ita­lia il con­sumo di comics è legato in gran parte al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Nel Para­diso delle trot­tole il lin­guag­gio più maturo è quello dei comics. Le micro­sto­rie o le illu­stra­zioni degli autori che hanno seguito i testi delle nostre can­zoni hanno allar­gato i brani con un media dif­fe­rente ed effi­cace. Il nostro gruppo, sin dagli esordi, si è sem­pre avvalso di una discreta quan­tità di col­la­bo­ra­zioni che non hanno fatto altro che arric­chire i nostri lavori. Per fare un esem­pio, anche i testi e le musi­che, oltre che a quelli delle cover (brani ricer­cati non per fama ma per con­te­sto) sono nostri, ma anche opera di poeti (Fabiano Albor­ghetti, Fabri­zio Bian­chi, Ste­fano Gugliel­min), tea­tranti (Anto­nio Rezza, Fla­via Mastrella, Ana Ghi­sal­berti) musi­ci­sti (Lorenzo Mon­guzzi, Alberto Bar­bero) e qui mi fermo scu­san­domi per non aver citato gli innu­me­re­voli assenti. Tutti hanno dato il loro con­tri­buto ad un unico pro­getto. Per cui, dopo aver con­ta­mi­nato la let­te­ra­tura, il fumetto & l’infanzia in que­sto con­te­sto mi sem­bra­vano congeniali.

Il vostro con­si­glio è di leg­gerle ascol­tando con­tem­po­ra­nea­mente il CD o di con­si­de­rarli due mondi auto­nomi e distinti?
Entrambe le solu­zioni sono pos­si­bili. Ovvia­mente, dove i testi sono presi solo come spunto per micro­sto­rie ispi­rate al con­te­sto, è con­si­glia­bile ascol­tare prima la can­zone correlata.

Le can­zoni sono nate prima di tutto quanto, o alcune sono state pen­sate già “visi­va­mente”, già al loro adat­ta­mento?
I testi sono stati il ful­cro di tutto il lavoro.
Come sono stati scelti gli autori che hanno illu­strato le sto­rie?
Non ho voluto sola­mente dare spa­zio ad autori già affer­mati, ma alle sen­si­bi­lità legate allo stile del dise­gno. Gli abbi­na­menti sono stati decisi anche da un’idea che Lola Aira­ghi mi diede sei anni fa in un incon­tro sui fumetti a Monza, alla volontà pre­cisa di Luca Enoch a cui piac­que un brano di un nostro live, all’incontro arti­stico tra Akab e Anto­nio Rezza, alla cono­scenza con Davide Barzi e al nostro comune inten­dere tra Gaber e Rodari, gli anti­chi ricordi con­di­visi con mio fra­tello Marco e la comune pas­sione per i Pere Ubu che ho con Miguel Angel Mar­tin.
Che indi­ca­zioni hanno rice­vuto? Sono stati liberi di inter­pre­tare le can­zoni come vole­vano o avete man­te­nuto un po’ di con­trollo sulla loro tra­spo­si­zione?
Gli autori hanno avuto piena e asso­luta libertà inter­pre­ta­tiva in merito.

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Mi ha col­pito l’inizio, il ripe­scag­gio di un vec­chio film d’animazione, Puti­fe­rio va alla guerra di Gino Gavioli, che sem­bra sot­to­li­neare un forte legame con il pas­sato, con i pro­pri ricordi, con l’infanzia. L’età in cui si forma il gusto per le sto­rie, per il rac­conto.…
Il nome del nostro pro­getto è dedi­cato a Puti­fe­rio - a cui dedi­chiamo anche la can­zone del video­clip con la regia di Sil­vana Zan­colò - colonna sonora del film d’animazione, che ai tempi era can­tata Rita Pavone. Puti­fe­rio è la for­mi­china che, gra­zie alle sue doti di paci­fi­smo diplo­ma­tico, rie­sce a far ces­sare una guerra. Un’ingenua e per que­sto emble­ma­tica sto­ria hippy per noi bam­bini degli anni set­tanta. Ho cono­sciuto Gino Gavioli e lui ha par­te­ci­pato con entu­sia­smo al libro di un gruppo che ha il nome di un suo per­so­nag­gio. Allo stesso modo di quel periodo abbiamo una can­zone di Fau­sto Amo­dei, sto­rico can­tau­tore torinese.

Puoi defi­nire con poche parole, anche solo una, come ogni autore ha inter­pre­tato le varie can­zoni?
Miguel Angel Mar­tin — pata­fi­sico
Gino Gavioli – esatto
Lucho Vil­lani – vola­tile
Luca Enoch – geniale
Mas­simo Gia­con – eccelso
Akab – poe­tico
Marco Manini – fra­terno
Cri­stina Benin­tende – pit­to­rica
Lola Aira­ghi – tra­sgres­siva
Ono­frio Catac­chio – epico
Fran­ce­sca Pro­to­papa — pistrice
Otto Gabos – roman­ziere
Barzi/Loizedda – fini umo­ri­sti
Tobin Flo­rio — ritrattista

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Otto Gabos


Abbiamo par­lato di:

Il para­diso delle trot­tole
Banda Puti­fe­rio e vari
Pre­fa­zione di Gian­franco Man­fredi
Post­fa­zione di Alberto Casi­ra­ghi
Tunué, 2010
96 pagine,  colore, bros­sura + Cd musi­cale — 17,50 €
ISBN 978−88−97165−03−3

Bio­gra­fia della Banda Puti­fe­rio
Banda Puti­fe­rio
nasce nel 2003 dal pro­getto live dei suoi prin­ci­pali autori, Daniele Manini e Roberto Bar­bini. Entrambi in pas­sato hanno mili­tato in un gruppo sto­rico dell’area “dark” degli anni ’80, i “Faded Image” e, negli anni ’90 hanno fon­dato il gruppo di “com­bat folk” “Circo Fan­ta­sma”. Il lavoro paral­lelo con il tea­tro nei primi anni del 2000 (le com­me­die tea­trali “Sensi” e “Fosco Le Roi” con Tea­tro Mate­ria) li ha por­tati a lavo­rare dal vivo su diverse solu­zioni di spet­ta­colo. Il live più “tra­di­zio­nale” nei locali e nei festi­val, tre reci­tal (“Parole Stanze”, “Fles­si­bi­lina” e il recen­tis­simo “Chil­dren Solu­tion”) per i tea­tri e gli spazi tea­trali, e rea­ding — spet­ta­coli con alcuni scrit­tori ita­liani. In que­sta dimen­sione, oltre all’attrice Enrica Russo, si alter­nano i musi­ci­sti Mas­simo Braga, Gian­franco Tri­podi e Mas­si­mi­liano Donna (Afte­rhours, La Crus). Con Banda Puti­fe­rio hanno col­la­bo­rato una mol­ti­tu­dine di musi­ci­sti, tea­tranti regi­sti ed autori.

Disco­gra­fia minima:
Cd “Le stanze dei gio­chi” 2004 (distr. “Tre Lune Records”)
Cd-libro “Atten­zione! Uscita ope­rai” 2007 (“No-Reply Edi­tore”)
Cd-libro “Il para­diso delle trot­tole” 2010 (“Tunué” Editore)

Rife­ri­menti:
www.myspace.com/bandaputiferio
www.tunue.com


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