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Nel regno di Rot

Creato il 22 febbraio 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Nel regno di RotDa Fralerighe n. 3

Le risorse alimentari sono scarse, le metropoli ridotte a cittadine fortificate contro la minaccia di una morte senza riposo che viene dall’esterno. Tra un centro abitato e l’altro, i contatti sono quasi inesistenti. Ciò che è accaduto durante la Prima Notte - il momento che ha visto i morti tornare alla vita – ha chiuso un’era e ha aperto quella del Rot&Ruin. Secondo le regole della città in cui vive, se Benny non troverà un lavoro entro il compimento del tredicesimo anno e non contribuirà così alla vita produttiva comune, dovrà rinunciare per sempre a metà delle scorte di cibo per il proprio sostentamento. Malgrado i tentativi di apprendere un mestiere – dal ritrattista di zom, per identificare i defunti risvegliati, al fabbricante di cadaverina, una molecola dall’odore sgradevole in grado di tenere a distanza i morti viventi – Benny non riesce a integrarsi. In suo aiuto interviene Tom. Fratello maggiore di vent’anni, Tom non è molto amato da Benny. È gentile, ma distaccato ed esercita l’autorità di un genitore. La Prima Notte ha infatti lasciato orfani entrambi. Sebbene fosse molto piccolo, Benny conserva un ricordo terribile di allora: Tom che fugge stringendolo al petto, mentre la madre chiama aiuto, dilaniata dagli zombie. Nel corso degli anni si è convinto della vigliaccheria del giovane, e lo ha guardato con rancore addentrarsi nel Rot&Ruin armato solo di una spada giapponese. Tom Imura propone al fratellino di portare avanti insieme l’attività di famiglia: cacciare gli zom. Sebbene il giovane goda di grande stima in città, Benny fatica a nutrirne altrettanta. Del resto come crederlo il coraggioso cacciatore di cui si parla in giro? Secondo lui, altri sono gli sterminatori degni di questo nome. Tutt’altro che dimessi come Tom, i rudi Charlie e Hammer riferiscono le imprese in cui sbaragliano orde di morti viventi e non si fanno scrupoli a mostrarsi duri come veri uomini. Lavorare con loro sarebbe tutt’altra cosa. Benny però non ha molta scelta e, suo malgrado, comincia l’apprendistato accanto al fratello e affronta il Rot&Ruin, il regno selvaggio della carne corrotta e della rovina, l’ignoto che si stende oltre la città. Poco a poco l’orrore per gli zom sarà destinato a scemare. Benny imparerà a guardare oltre il mostro per riconoscere in sé la compassione, a esercitare la pietà durante la caccia. Ogni morto, gli insegnerà Tom, merita rispetto. Il ragazzo capirà che non è tutto oro quello che luccica e che dietro gli scaltri cacciatori che ha idolatrato da bambino si nasconde una verità oscura, più spaventosa di qualsiasi morto vivente. Si nasconde Gameland. Terra di scommesse, zombie imprigionati e ragazzini rapiti. Per Benny è giunto il momento di affrontare la vita adulta, al fianco di un fratello che imparerà ad amare come il più grande degli amici. Anche dietro la fuga di Tom durante la Prima Notte si nasconde un segreto e la rivelazione spalancherà finalmente il cuore del ragazzo. Benny non è il classico eroe delle epopee post apocalittiche. È un adolescente sveglio, ma oppresso dal lutto e dalla vicinanza di un fratello maggiore troppo eccezionale, troppo poco umano nel suo eroismo, troppo positivo. Nessun fratello sarebbe mai all’altezza di Tom – che l’autore tratteggia con intelligenza, rendendolo forse il personaggio migliore di tutto il romanzo, senza cadere nel rischio di una caricatura stucchevole. Maberry racconta di come abbia ricreato tra Tom e Ben Imura l’affetto che lega allievo e maestro nelle arti marziali, legame che somiglia al patto d’amore implicito di due fratelli. Proprio questo è uno dei grandi punti di forza di Rot&Ruin.

Il romanzo non è certo una pietra miliare della letteratura (anche se la storia, solida e ricca di spunti, si difende bene), gioca con molti cliché del genere zombie adottandoli o sovvertendoli. Forse per gli appassionati non sarà un testo epifanico, seppur piacevole. Ciò che afferra allo stomaco è la potente relazione tra i fratelli Imura, la sensazione di avere scoperto con loro qualcosa di prezioso. Altro punto d’interesse è la descrizione dei morti viventi del regno di Rot&Ruin: un raro equilibrio giocato tra orde di mostri putrefatti affamati e il tentativo di umanizzare il mostro, che porta non solo Benny, ma anche il lettore a guardare con pietà questi morti sfortunati. Forse di tanto in tanto risulta scontato il messaggio di Maberry che indica che la vera malvagità appartiene agli esseri umani e non ai mostri, ma è un peccato veniale. Rot&Ruin si legge d’un fiato e lascia orfani di personaggi molto facili da amare, come Tom. Ma lascia anche con la promessa di ritrovarli, dal momento che il secondo libro della serie, Dust&Decay è uscito negli Stati Uniti nel 2011 e sarà di prossima pubblicazione in Italia per Delos Books, casa editrice che ha già curato il primo romanzo inserito nella collana Odissea Zombie.

Nel regno di Rot
Nato nel 1958, Jonathan Maberry si distingue nella produzione letteraria legata al sovrannaturale vincendo più volte il prestigioso Bram Stoker Awards, riconoscimento presentato dalla Horror Writers Association (HWA) di cui è membro.

Rot&Ruin, pubblicato in Italia nel 2010, sarà seguito nel maggio del 2012 da Dust&Decay. La serie proseguirà con Flash&Bones e Fire&Ashes. La strada nel regno di Ruin è ancora molto lunga.

Scilla Bonfiglioli 



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