Sneakers
Buon giorno
Lasci il segno dove passi
Decor-azioni
Una mattina dal sapore di tramonto
Sulla via
Pausa lezione, UniMi
Freccia rossa
Rosso
Foto di Lorenzo al piccione in-espresso
Moi by Lorenzo
http://www.youtube.com/watch?v=HjHvJE1XU7E
Gente di Bovisa: passanti che vengono e vanno al passante (ferroviario) davanti a un cerchio un pò ovale sul quale nessuno vuole sostare
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie |
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie: rifletti o riflessi
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
Gente di Bovisa serie
PoliMi
Ale-mega ale
Dopo 3 anni, senza esserci mai più visti o sentiti, senza facebook e senza numeri di telefono, ho incontrato al bar del Politecnico Luca: bagnino per una stagione al bagno 8 di Rimini. Non mi spiego ancora come abbia fatto a vederlo-riconoscerlo, ma mi ha fatto molto piacere. A volte conosciamo belle persone, si stringono amicizie e poi si perde tutto in un ombrellone chiuso, in un fine mese.
Questa volta ci siamo scambiati le mail, così potrò finalmente dare alla sua ragazza Martina una foto che le avevo scattato.
mmmmmmmmmm: caffè
Checco il moro
Mondrian a fisica tecnica
L'uomo muove il sistema
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Prendiamo in mano le nostre consapevolezze.
Oggi ho scoperto un nuovo modo di vivere Milano: il parco.
Nella mia città natale non andavo mai al parco, se non da piccola per giocare su scivoli e altalene con gli altri bambini. Oggi so perchè.
Se non vivi nelle grandi città la natura coincide con la spazio libero, in senso generico: ovunque non vi sia qualcosa di specifico c'è la natura, sotto forma di campi, colline, vigneti, spiagge...
A Milano lo spazio coincide con la città, e basta. é quasi come se l'ottica organizzatrice e razionalista che è riconosciuta come una dote tipicamente milanese fosse stata applicata anche nella divisione della spazio vissuto. Così a Milano se vuoi la natura (e non ti accontenti di qualche binario verde o un viale alberato) devi andare nell'apposito spazio: il Parco.
Ce ne sono diversi e Sempione è il più grande e conosciuto. Il mio preferito però è quello racchiuso tra la Biblioteca, la Statale e il Policlinico.
Uno spazio verde curato, panchine in legno sinuose, grandi alberi arancioni, gialli e nudi. Il traffico che rimane alle mie spalle in un silenzio quasi irreale, limitato da una calotta invisibile. Ciò che più amo, però, è sedermi sulla panchina vicino alla grande vasca d'acqua: in pieno stile italiano, attorniata di rose e cespugli, verso le 3 del pomeriggio il sole accarezza la superficie irrequieta e riflette i moti dell'animo sul bordo vischioso. Guardare l'acqua scorrere infinitamente da sinistra a destra, in orizzontale, con un ritmo fisso e scandito che mi riporta al senso delle cose, all'illusione che ci sia una "giusta misura" e, soprattutto, che io possa renderla mia.
Nella doccia, l'altro giorno, con i vetri appannati per il calore, mi è venuto in mente quando sull'autobus che mi portava a scuola o in città, il 9, io ascoltavo musica: e ogni canzone era per te. Quando fuori pioveva, quando era già buio, quando avevo il sole negli occhi e quando volevo credere che tu ci fossi ancora per me.