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Nel segreto dell’urna

Creato il 14 maggio 2014 da Povna @povna

Il telefono fisso suona alle 20.27, proprio nell’intervallo tra il Tiggì di Mentana e Ottoemezzo. Il tono con cui la ‘povna risponde è brusco, perché non aspetta chiamate, che lei sappia, e a quest’ora oramai sempre più spesso il call center fa invece capolino.
La voce che trova, così, non se la aspetta:
“Pronto, ‘povna, sono disperata, solo tu puoi aiutarmi!”.
“Che succede, nonna Mifflin?”.
Nonna Mifflin ha 97 anni. Da 8 vive, per sua scelta, in un quello che la voce gentile del mondo chiama “pensionato”, in modo ipocrita, e che lei invece definisce solo “qui”, oppure “ospizio” – aiutata in questo dalla nipote unica che non ama gli eufemismi e, come si sa, nemmeno poi le manda a dire.
Figlia di un altro tempo (aveva in casa il duplex, come fisso) è raro che nonna Mifflin comunichi al telefono, e per questo la ‘povna inizia a provare una certa ansia che sale.
“Succede che il 25 ci sono le elezioni, e io sono agitatissima”.
(Sospiro di sollievo).
“Eh, hai ragione nonna, lo capisco…”
(coro)
“… con ‘sto Renzi”.
“Sì, appunto, io il PD questa volta non lo voto, che potrebbe pure essere l’ultima” – (la ‘povna fa gli scongiuri) – “però non so che cosa fare.
Nonna ‘povna ha votato comunista finché “il partito” è esistito sulla scena italica. Poi, come molti anziani militanti, si è fatta tutta la trafila, a partir dal PDS. E’ arrivata a Bersani, e lì si è fermata, infine, con tristezza, perché – “Io i preti li ho combattuti tutta la vita, ti immagini se ne voto uno come segretario adesso?” – proprio Renzi non ce la può fare.
Non è che la ‘povna a ‘sto giro stia messa tanto meglio. La Lista Tsipras a livello europeo non le dispiace (come programma e come intenti), ma il fatto che in Italia abbia caricato a bordo tutto il caravanserraglio di Prc e compagnia cantante gliela rende molto difficile da ingoiare. Pur tuttavia, non si può lasciare la nonna a naufragare di incertezza.
“Senti, nonna, io alla fine, anche se non proprio convinta del tutto, voterò la Lista Tsipras, penso. Perché ha una visione europea, se pur diversa, e alla fin fine mi sembra, nel panorama sconfortante, l’unica opzione da accettare”.
“Anche tu mi parli della Lista Tsipras, me lo ha detto anche l’infermiere simpatico, allora quasi quasi mi convinco… Sai, ho provato anche a parlarne con tuo padre…”
(coro)
“… ma lo sai come è fatto!”.
“Hai ragione, nonna, ma ora ti do io un consiglio: domani è il compleanno, di Mr. Mifflin, quando lo chiami per fargli gli auguri, chiedigli i tuoi dubbi politici. Quando i parenti arrivano per festeggiarti, è assolutamente vietato rispondere male”.
“Che bella idea, ‘povna, grazie! Comunque dopo che ti ho parlato sono molto più tranquilla”.
(La ‘povna chiede mentalmente perdono al dio laico delle urne).
“Posso chiederti ancora una cosa soltanto?”.
“Tutto quello che vuoi, nonna Mifflin”.
“Mi descrivi bene il simbolo, e me lo compiti? Voglio proprio essere sicura di non sbagliare”.
“Certo, nonna: il simbolo è così e così, e quanto al cognome, te lo sillabo: Torino, Salerno…”
“Non si dice Salerno, si dice Savona, se no si confonde con Palermo”.
“Scusa, nonna: Torino, Savona, Imola, Palermo…”
“… hai visto?”.
“Non ci avevo mai pensato, nonna: … Roma, Ancona, Savona”.
“E di nome come fa?”.
“Ma mica lo devi scrivere!”.
“Che c’entra, se mi documento, mi documento”.
“Alexis”.
“Oh, ora sono contenta. Grazie di tutto, nipote, un bacio. E buona cena”.


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