Nel villaggio bianco di Setenil de las Bodegas, dove la roccia incombe sulle case
Da Rottasudovest
Ai confini nordorientali della provincia di Cadice, a poca distanza da Ronda,
già in provincia di Málaga, c'è Setenil de las Bodegas, l'ultimo villaggio
bianco gaditano e il più curioso di tutti, una vera e propria attrazione turistica.
La ruta de los pueblos blancos della provincia di Cadice potrebbe partire da
Vejer de la Frontera, affacciato da una collina sull'Oceano Atlantico, si inerpicherebbe nell'entroterra per toccare Arcos de la
Frontera e Zahara de la Sierra, e arriverebbe poi a Setenil, che potrebbe
essere considerata la risposta gaditana a Ronda. Se infatti Ronda è costruita
sui bordi di una profondissima gola, attraversata da un ponte di grande
fascino, il Puente Nuevo, Setenil è costruita su una collina che scende verso
il Guadalporcún; nella parte alta, le case sono state ricavate approfittando di uno 'squarcio'
della roccia. Lo spazio lasciato da questa 'arricciatura' del terreno, è stato
chiuso dalle pareti degli edifici, lasciando
che la composizione interna degli alloggi sia, per forza di cose, longitudinale
e parallela alla strada e alla roccia. E' un sistema chiamato abrigo bajo rocas
(protezione sotto la roccia), perché, in realtà, non si scava la roccia, come
succede in altre abitazioni che approfittano delle pieghe delle montagne, ma si limita a chiuderla, per costruire 'sotto' di essa. Gli scorci e le immagini regalate da queste rocce
incombenti sulle strade, che sembrano quasi schiacciare le abitazioni, sono
impressionanti, ma vale la pena vederle dal vero (a volte dà l'impressione di trovarsi in qualche film del West, in una non precisata frontiera tra Messico, Arizona e dintorni); probabilmente esistono in
Europa pochi paesaggi di interazione tra uomo e natura più spettacolari di
questo. E, andando via, il turista non può non sentire ammirazione per gli abitanti di
Setenil, che da secoli si fidano di queste rocce incombenti e all'apparenza
invadenti, come se volessero mangiare le loro case.
La cittadina è di origine medievale (a poca distanza c'è l'insediamento romano
di Acinipo) e si sviluppa intorno a un castello che fu di strategica importanza
durante la Reconquista. Siamo infatti in una zona di frontiera, come
testimoniano i nomi di moltissime cittadine dell'area, con il loro 'de la
Frontera' finale, da Jerez in poi. All'epoca dei Re Cattolici, Setenil apriva
la strada verso Granada e, dunque, era indispensabile la sua conquista: cadde
in mano cristiana il 21 settembre 1484, dopo ben sette assedi.
Nella parte alta c'è il Castello, una fortezza risalente al XII secolo, con
ingresso libero e senza orario; nei pressi, su terreni prima occupati dai
quartieri del Castello, c'è la Chiesa di Nostra Signora dell'Incarnazione,
realizzata nel XV e XVI secolo con uno stile tardo-gotico e aperta al pubblico solo negli orari di culto. Poco fuori
dall'abitato c'è l'Ermita di San Sebastián, aperta al pubblico solo durante la Settimana
Santa; la leggenda vuole che durante l'assedio di Setenil Isabella di Castiglia
abbia dato alla luce un figlio prematuro, morto poche ore dopo la nascita e
chiamato Sebastián,
di qui il nome della chiesetta. L'Ufficio del Turismo si trova in uno dei più
bei palazzi di Setenil, l'antico Municipio, costruito nel XVI secolo con
numerosi elementi di arte mudéjar e con un'iscrizione che ricorda, ancora una
volta, Fernando e Isabella. A poca distanza da Setenil ci sono i resti
archeologici di Acinipo, con elementi sia romani che preistorici. Ma tutto
questo passa davvero in secondo piano quando, dalla parte bassa della cittadina, si alza lo sguardo verso le rocce e sembra che da un momento
all'altro debbano schiacciare le case e travolgere ogni cosa. Esiste qualcosa
di più impressionante, in Andalusia?
Potrebbero interessarti anche :