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Nell'anno del Signore

Creato il 01 ottobre 2011 da Robydick
Nell'anno del Signore1969, Luigi Magni.
Primo film della famosissima "Trilogia papalina" di Luigi Magni. Wiki così la descrive in breve: "[...] trilogia di film di Magni dedicati alla Roma papalina del periodo risorgimentale. A questo film seguiranno infatti In nome del Papa Re (1977) e In nome del popolo sovrano (1990), che proseguono sullo stesso solco. [...] viene raffigurata una Roma sottomessa e assuefatta al potere temporale della Chiesa, in un graffiante alternarsi di situazioni farsesche e drammatiche, che smascherano le ipocrisie del potere. [...] attraverso la falsariga della commedia, vuole far luce sugli aspetti meno edificanti del potere pontificio nel secolo XIX disegnando sarcasticamente una amara parabola sul potere più in generale."
Vi risparmio i miei consueti e tediosi sproloqui di convinto a-religioso e luciferino anticlericale. Ovviamente in questa trilogia si parla della Peggiore Espressione Possibile (secondo chi scrive) di religione e organizzazione annessa, nella storia e nell'attualità, cronaca nera compresa: il cristianesimo cattolico e il vaticano.
Luigi Magni è molto più raffinato (e non per questo meno diretto) del sottoscritto nell'esprimersi e questa trilogia, della quale "Nell'anno del Signore" contiene tutti gli ingredienti essenziali, è il massimo per esporre gli argomenti detti. La satira, l'ironia cruda e disincantata, che non teme giudizi e sa ridere e far ridere su questi tristi argomenti, è una delle espressioni migliori dell'intelligenza umana. Se la pensate come me, non necessariamente sulla religione ma su quest'ultimo punto, allora non potete assolutamente perdervi questo film e questa trilogia! Che valuto da Olimpo ovviamente.
In verità vi dico: molto difficile essere ferventi cattolici e al tempo stesso amare film come questi, ma perché mettere limiti alla provvidenza e alle enormi potenzialità dell'incoerenza umana? Poi si può sempre cambiare idea... Certo molti la pensavano come me, bestemmia più bestemmia meno, visto che "Nell'anno del Signore" fu un enorme successo ai botteghini, al punto che nelle molte sale dov'era presente inserirono persino lo spettacolo dell'una di notte e riempirono anche a quell'ora tutti i posti. C'erano corvi neri all'ingresso a compilare liste ancor più nere? Non lo so, non credo. La forza dell'ironia e del sarcasmo diventa anche debolezza quando manipolata da menti esperte nel circuire. E' il caso in cui il Despota di turno capisce che è meglio assecondare che condannare certe volte, paternamente sorridere, e allora dal pulpito purpureo, golgota d'ogni essere liberamente pensante, ti metti a ridere anche te e tutto gattopardescamente resta come prima. In tanti uscivano dal cinema al sabato per ritrovarsi la domenica agli ora pro nobis, e senza bisogno di camuffarsi come facevano invece all'edicola dopo la funzione, dove compravano Le Ore e lo preservatizzavano dentro L'Osservatore Romano.
- Be', roby, e della trama non ci dici nulla? - ma sì, la trovate ovunque, magari dal prossimo ne dico di più. Guardatelo, ci sono stoccate che non si posson credere, oggi non le girerebbe nessuno certe scene. Al vertice a mio parere quando Giuditta (bel nome per una "giudìa", la di-sturbante Claudia Cardinale) assiste forzatamente ad uno spettacolo anti-semita organizzato e recitato da preti senza il senso della vergogna. Ma tutto il film è bellissimo...
Almeno 2 perle che mi sono trascritto, tra le varie nei dialoghi sempre acuti e taglienti, ve le metto.
Questa la racconta un oste ai 2 carbonari che finiranno decapoccizzati, a proposito del coprifuoco che vige a Roma dopo il colpo di cannone. Commenta le battute di alcuni giovani che serve fuori dal locale:
"be' so ragazzi, e poi si capisce, so' risentiti
però pure sto papa, benedettomo, che fa mette li cancelli a l'osterie...
dice - er vino se serve de fori, così nun se 'n'vischiano ar chiuso per trama' contro er governo -
ma chi è che trama? qui se cantava, se rideva...
certo, quarche vorta ce scappava il morto, ma mica pe' ribellione, sempre pe' futili motivi, allegramente!
"
Un'altra da incorniciare la dice Giuditta durante la squallida commendia antisemita succitata:
"ma se era nel disegno della provvidenza che cristo penasse e morisse da omo quarcuno o doveva ammazza'. semo stati noartri giudii... avemo fatto male? io dico che avemo fatto bene. così avemo compiuta la volontà de dio. per cui, invece de perseguitacce, ce dovrebbero rispetta'"
Ancora una nota dalla wiki menzionata: "La scelta del cast fu più complessa di quanto possa sembrare. Il regista avrebbe voluto scegliere attori semisconosciuti ma la produzione, preoccupata per i contenuti anticlericali del film, gli chiese di inserire almeno un nome noto. La scelta era caduta su Nino Manfredi ma non sembrava sensato inserire un unico attore noto in un film con tanti ruoli di primo piano. Si decise così di scritturare attori noti per tutti i ruoli di spicco."
Ecco gli attori principali, oltre a Nino Manfredi: Ugo Tognazzi, Alberto Sordi, Claudia Cardinale, Enrico Maria Salerno, Robert Hossein. (c'è pure un'apparizione di Pippo Franco). Stelle italiane di prima grandezza nel pieno della carriera, gente che ci ha messo la faccia!, anche se non l'hanno certo fatto gratis hanno tutti la mia massima stima. Erano così importanti che nessun pretucolo avrebbe mai potuto lanciare i suoi strali verso di loro, molto intelligente anche se onerosa la scelta della produzione che fu di Bino Cicogna per San Marco Cinematografica, Les Film Corona, Francos Film, doveroso citarli.
Nell'anno del SignoreUna curiosità: la "statua parlante" di Pasquino, quella dove Cornacchia/Manfredi appendeva i suoi epigrammi cleroclasti, è reale, esiste. A Roma si deve andare in Piazza Pasquino (!!) per vederla. E' da quella statua che deriva il termine pasquinate, da me usato in modo improprio alcune volte per descrivere frasi banali, e invece sono espressioni di "malumore popolare nei confronti del potere e l'avversione alla corruzione ed all'arroganza dei suoi rappresentanti". Massimo rispetto alle Pasquinate quindi, pure la maiuscola ce metto!
Se ne imparano tante col Cinema, e una ce la dice con semplici immagini proprio Luigi Magni alla fine del film, facendoci vedere la targa dedicata ai 2 carbonari decapitati in Piazza del Popolo dal boia più famoso di sempre, Mastro Titta, per ordine compassionevole di sacra romana dispoticapostolica chiesa nel 1825: Leonida Montanari e Angelo Targhini. Una targa posta un po' in alto, ma da quando è uscito il film riceve più di uno sguardo. Film di finzione quindi, ma fatti storici veri.
Visione obbligatoria, come per tutta la trilogia.
Robydick
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