Con l’occhio semichiuso
nell’anno del sonno
vedo il palazzo avvolto da antenne
un pacco-bomba elettrico
per le vostre serate televisive;
nessuna “città in fiamme”
ma nebbia e occhi
e pezzi di donna
sul letto-palude
sui vostri schermi;
fischietto un motivo
insieme a una rana,
poco prima di ingoiarla,
mentre va in onda il tuo corpo
e gli altri non lo sanno.
Con l’occhio semichiuso
nell’anno del sonno
ascolto qualcuno che parla di guerra in Iraq
ascolto qualcuno che parla di noi
e ride;
ronzare di calcinacci,
è tutta una vibrazione televisiva
cavi e fili e spine
che collegano testa e piedi
delle nostre capanne anni Sessanta;
controlla le tue pupille,
poeta,
poetessa,
poeti,
controlla le tue vocali;
è molto che non sento il suono del mattino
il segnale orario
le lancette che ti avvolgono
e dicono che è il momento di accendere
sul canale BOOM.