di Angela Fabbri. Premessa: AFFARI ANIMALI
Riporto qui alcuni frammenti sulle cose accadute dopo l’ascolto del seguente NOTIZIARIO:
NEL REGNO ANIMALE REGNA L’INQUIETUDINE.
In molte parti del globo si sono riscontrati comportamenti a dir poco anomali, contrari alla natura delle specie animali, che sembrano indicare negli esseri umani la causa e l’obiettivo principale di questo malessere.
27 maggio 2012: Annalisa, 8 anni, Bergamo (Italia)
L’ Annalisa fissava il suo pesce rosso, immobile sul fondo della vaschetta.
Pallino dormiva. Era sera.
- Lisa! Lavati le mani. Qui è pronto -
Lei sobbalzò a quella voce e anche il pesciolino guizzò nell’acqua e cominciò a muoversi freneticamente.
- Guarda… – mormorò l’Annalisa – Hai spaventato Pallino. Povero Pallino non puoi neanche dormire – e sorrise con affetto – Adesso vado via, così nessuno ti disturberà -
Si sedette a tavola.
- Mamma, il papà non è ancora tornato? -
- Non viene. Ha detto che resterà a lavorare fino a tardi e si è raccomandato che tu
vada a letto subito dopo cena -
- Uffa! Non posso guardare un po’ di TV? -
- Senti, Lisa, domani c’è scuola. E quando c’è scuola, e lo sai bene, niente TV alla sera -
La mamma cercò di essere convincente. Era ancora scossa dalle parole di Andrea che per telefono le diceva – Ho parlato col Professor De Riso. Ci sono buone probabilità che siano i pesci. Ci sono moltissime specie e l’acqua occupa due terzi del mondo. Evolvendosi avrebbero un grosso vantaggio -
La sveglia segnava mezzanotte meno un quarto. L’Annalisa l’aveva presa in mano al buio e guardava i numeri fosforescenti.
Si era svegliata d’improvviso e credeva fosse già ora di alzarsi.
Aveva una gran sete ma anche una gran paura a muoversi al buio.
Accese la luce e saltò dal letto. Respirò. E corse a piedi scalzi fino in cucina.
Aprì il frigorifero. Prese fuori la bottiglia del latte. E l’appoggiò sul tavolo.
Allora vide la vaschetta vuota.
2 giugno 2012: Manu-Li, 12 anni, Weizhou (Golfo del Tonchino)
Quel pomeriggio, Pilù era fuori di sé.
Il babbo gli aveva accarezzato la testa, senza guardarlo, mentre controllava il taglio regolare appena fatto alla siepe e lui gli aveva morso un dito con timidezza. Poi era corso miagolando sotto un panchetto.
Manu era saltata su dal dondolo con negli occhi la stessa sorpresa del babbo che non aveva nemmeno gridato e adesso guardava Pilù con preoccupazione.
Il babbo fece uscire una grossa goccia di sangue dal dito, bucato dai denti aguzzi e disse finalmente – Ma è diventato scemo quel gatto!? -
Lei invece ricordava la voce e la minaccia nel notiziario della mattina, alla quale suo padre non aveva prestato fede e mormorò, con dolore – Che sia…?
15 giugno 2012: Jack, 62 anni, Paludi dell’Everglades (Florida)
Jack aveva un solo amico. Lo aspettava davanti alla sua baracca e faceva la guardia alle poche carabattole che possedeva.
Appena arrivava in fondo al sentiero, Black lo salutava col suo abbaiare, gli correva incontro e gli saltellava al fianco fino a casa.
Ripensava a questo, ma questo non cancellava la voce che aveva sentito.
Quella sera che non era felice andava più adagio fra i sassi.
Aveva scelto la strada più lunga. E si sforzava, fissando la luce del sole che calava giù, di annegare i pensieri in quella luce.
Black. Così potresti essere anche tu… Ma è possibile? Ci vogliamo così bene. Sei con me da quando eri cucciolo. No non ha senso. Proprio nessun senso. E io non ci devo pensare. Quello che ho sentito era solo uno stupido scherzo. Eh Black! Staremo ancora assieme noi due.
… E se un mattino, sì, dico, anche domani… lui non ci fosse più? O se … se mi sveglio legato alla catena con Black che mi fissa coi suoi occhi rossi e…cattivi? Cattivo Black? Nooo! Non combina mai guai.
Ma se mi guarda davvero con una brutta faccia e mi parla invece di abbaiare… Dio! Credo che mi piglia un colpo.
Ma no, i cani non c’entrano. Black … be’ è un mezzo lupo, un bastardo di lupo. Ma è libero, può andar via quando vuole. Ho sempre pensato che mi voleva bene e per quello restava. E anche adesso … sono sicuro che anche adesso …
E se è già cambiato? E appena arrivo non lo sento abbaiare, ma lui sta nascosto e a un bel momento mi salta addosso e mi morde la gola? Ucciderlo. Devo stare bene attento e ucciderlo.
Si china e raccoglie un grosso bastone. Lo nasconde sotto la giacca.
Un colpo solo. E devo darlo forte. Così non soffre. Io … non voglio morire. Perché mi hai fatto questo, Black.
Si ferma di colpo. Si guarda le mani.
- Sono un buono a nulla – dice forte – Ma non ho mai fatto male a nessuno.
E ho sempre pensato di amare Black. Adesso voglio diventare un assassino. Sì, perché ammazzare Black è come ammazzare un essere umano. Sono un vigliacco! – grida – Sarebbe molto meglio che morissi io -
E quella è la sua decisione.
Tira fuori il bastone e lo getta lontano con forza, come per dimostrare a se stesso che lui con idee del genere non ha mai avuto a che fare.
E poi va avanti più spedito. Sforzandosi di non pensare. Gli vengono le lacrime agli occhi. E’ contento. L’ultima decisione adesso spetta a Black.
Si sente già un martire quando svolta e imbocca la via di casa, ma scaccia quell’impressione.
E avanza nel silenzio.
Le rane gracidano lontano e il sole che tramonta lascia i riflessi rossi sullo stagno che scintilla.
C’è una pace sovrumana. E gli sembra che la strada non finisca mai. Poi arriva, vede la sua casa. C’è buio sul cortile, ma si abitua.
Non vede nessuno.
Lo cerca – E’andato via – pensa. E va sul retro. Il sole che brilla sull’acqua rossa dell’abbeveratoio gli rivela una massa scura.
S’avvicina. E solleva un muso gocciolante e muto.
Allora grida nella pace e nel silenzio – Non eri tu! Non eri tu! Non eri tu! – finchè la voce gli si spezza, piangendo e stringendo fra le braccia quel corpo abbandonato e bruno.
Lo tira fuori e lo porta in casa. Lo depone sul letto. E lo guarda.
Tutti i suoi pensieri cattivi gli tornano in mente urlandogli dentro la sua ingiustizia.
Grida – E’ stato lui! E’ stato lui! E’ stato lui! -
E esce di corsa. Di corsa arriva alla fattoria.
Il contadino è all’aperto. Sembra lo aspetti.
Allora solleva il bastone e gli salta addosso. E picchia e picchia e mentre picchia grida – Siamo davvero peggiori delle bestie! Peggio! Peggio! Peggio! -
(scritto a Ferrara nel settembre 1971)
Featured image, sunset, author Alvesgaspar, source Wikipedia.