Nella casa di specchi frantumati,
dondola una culla d’oro,
musica pungente affievolisce le mura,
sordide speranze ormai morte putrefanno
sul gelido pavimento purpureo.
Oh anima dannata,
abbandona la radice del tuo male,
esci dalla grigia prigione mentale
che hanno creato dal nulla,
solo per te.
Nella casa di specchi frantumati,
la culla d’oro è scomparsa,
inghiottita dal buio della sua stessa ignoranza,
ora giace nell’immenso vuoto collettivo
e invano attende la caduta della scure.
Oh anima dannata,
tu resisti ai colpi sferrati dall’alto,
tu resisti al tuo male, lo comprendi
e fiero lo esalti platealmente,
ignorandone la reale portata.
Nella casa di specchi frantumati,
le pareti si son tutte consumate,
la gioia, il dolore mai più vi abiteranno,
il silenzio rimarrà intatto
a ricordare quel che è stato.
Oh anima dannata,
unica e sola resterai, imprigionata
tra queste mura mute, ignorata
abbandonata anche dal male che,
così fortemente, ti aveva sedotta.
Questa poesia è stata presentata e premiata al Concorso Nazionale di poesia Sandrina Miele 2008 indetto dall'associazione culturale Deus Day. Fa parte della raccolta Don't try che potete acquistare o scaricare qui
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