La fruttaia della cantina siciliana Barone Montalto si prepara ad accogliere ottomila quintali di grappoli da appassimento. Numeri importanti per un vino di successo internazionale: l’azienda esporta in diversi Paesi e a registrare il volume principale è il Regno Unito con il 34,1%.
Nella fruttaia riposeranno per settimane le uve che daranno vita all’Ammasso, vino di punta della Barone Montalto, che si compone di varietà diverse: Nero d’Avola, Nerello Mascalese, Merlot, Cabernet Sauvignon. Anche per le uve destinate all’Ammasso la vendemmia a raccolta, rallentata da un’estate che ha segnato una temperatura al di sotto della media, è ormai alle porte.
«Dopo aver raccolto le varietà a bacca bianca, come Pinot Grigio, Sauvignon Blanc e Viognier che sono in fase di fermentazione e che hanno presentato una buona acidità e freschezza, ci apprestiamo ora a raccogliere le uve a bacca rossa. Nonostante un clima che si potrebbe definire continentale, ci aspettiamo vini di struttura e molto eleganti, pronti a conquistare i mercati internazionali», afferma l’enologa Federica Lauterio. Per Barone Montalto l’Ammasso non è un’etichetta qualsiasi. In esso l’azienda trova la sua massima espressione qualitativa, frutto di un’attenta e impegnativa ricerca, che ha dato ottimi risultati anche in una stagione anomala come questa.
Coltivato e vinificato nella zona della valle del Belice, sulle colline circostanti l’area di Santa Ninfa, l’Ammasso si ottiene da un’attenta selezione delle uve. Durante la vendemmia ogni singolo grappolo viene trattato con la massima cura. Le uve più belle vengono raccolte manualmente e disposte a singolo strato in piccole cassette di non più 5 kg l’una. Questo permette agli acini di rimanere integri e non essere schiacciati dal peso. Dopo la raccolta, le uve rimarranno quattro settimane nella fruttaia, ventilata e a temperatura costante, in attesa di operare i procedimenti successivi.