Articolo di Pierluigi Gerbino
su InfoBorsa.
La terribile giornata di ieri, apertasi nella speranza e conclusasi
nel dramma, ha accelerato lo scenario che ho presentato nel
commento di ieri e sembra aver chiarito alcuni importanti elementi
nella crisi di governo.
Innanzitutto è ormai chiaro
a tutti che le scelte future del nostro paese non le faranno
i partiti e nemmeno Napolitano, ma i mercati finanziari, di
cui ormai l’Italia è completamente ostaggio.
La confusa e dilatoria soluzione
presentata da Berlusconi è stata sonoramente bocciata
con lo spread sul Bund che in pochi minuti è balzato
di quasi 100 punti base ed il rendimento sul decennale che per
tutta la giornata si è stabilizzato ben oltre il tasso
7%, che in passato è stata la soglia che ha fatto precipitare
la situazione in Grecia e Portogallo.
L’aver superato questa soglia
ha fatto scattare, da parte delle principali Casse di Compensazione,
l’aumento dei margini di garanzia per operare sui titoli
di stato italiani. Questa solerte decisione ha immediatamente
evidenziato al mondo l’innalzamento del rischio paese e
spinto gli operatori a scaricare altrii titoli italiani, in
un vortice di vendite e cadute dei prezzi che ormai pare senza
rete.
La fretta che fino all’altro
ieri non era percepita, è diventata ieri assai palpabile.
Napolitano ha impresso un’accelerazione al “Progetto
SuperMario” ottenendo che finalmente Tremonti presentasse
il fantomatico maxi-emendamento, che nessuno aveva ancora visto,
che si fissasse un calendario particolareggiato per trasformarlo
in legge entro sabato e poter ottenere immediatamente dopo le
dimissioni del Cavaliere. Per finire ha nominato Monti senatore
a vita, per far capire ai mercati le sue intenzioni. Nel week
end verrà dato l’incarico a SuperMario che avrà
il titanico compito di mettere d’accordo PDL e PD ad appoggiarlo
in un governo di larghe intese.
Questo è quel che vuole
il mercato e questo è ciò che Napolitano farà.
Il mercato chiede anche che il Governo Monti nasca ed avvii
risanamento e crescita.
L’ipotesi elezioni anticipate
non è tramontata, ma ha assunto un significato funereo.
Da quel che ieri si è capito molto bene, o Monti riuscirà
a fare un governo con PDL e PD, oltre ovviamente al Terzo Polo
(meglio, per i mercati, se non parteciperanno le frange oltranziste:
Lega e Di Pietristi), ed allora avremo un po’ di respiro,
perché i mercati accetteranno di vedere quel che si riesce
a combinare, oppure, se Monti getterà la spugna e si
andrà alle elezioni, i mercati abbandoneranno l’Italia
al suo destino. ..E non sarà un destino piacevole, perché
assomiglierà alla strada percorsa dalla Grecia.
Il pallino in mano ora ce l’ha,
tanto per cambiare, Berlusconi. A lui la scelta di consentire
una possibilità a Monti oppure trascinare il paese alla
tragedia finanziaria rifiutando l’appoggio a SuperMario.
Per fargli capire meglio il problema
ieri il mercato ha bastonato anche il titolo Mediaset.
Pare che nella mente del Cavaliere, stremato dai ceffoni subiti
in questi giorni, stia aprendosi una breccia l’ipotesi
della resa. I suoi giornali danno per certo che Berlusconi accetterà
di appoggiare Monti, anche perché in caso contrario metà
partito se ne andrebbe nel nuovo gruppo parlamentare dei “malpancisti”
(Casini pare riuscito nel suo intento di sbranare il cadavere
del PDL).
I mercati per ora non ci credono
ancora, ed attendono di vedere l’esito della partita. Ieri
SP500 ha avuto una performance sostanzialmente simile al tracollo
subito dal nostro indice. Oggi anche in Asia le perdite su molti
mercati hanno superato il 3% e la giornata odierna in Europa
potrebbe ancora riservare altri cali.
Ma questa volta i politici sanno quel che devono fare ed hanno
la chiara percezione delle conseguenze e delle responsabilità
delle loro scelte.
L’Italia, in ginocchio in
questi ultimi due giorni di una settimana di passione, potrebbe
risorgere lunedì.
Il tempo stringe, ma non siamo ancora la Grecia.
Fine articolo di Pierluigi Gerbino