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Recensione a cura di Valentina Meloni
" Neoplasie civili" si presenta come un affresco moderno della sostanza civile contemporanea: "piccoli colpi di pennello di un impressionista", come definisce Corrado Calabrò le immagini poetiche di Lorenzo Spurio, e un'attenzione al reale, precisa Iuri Lombardi nei risvolti di copertina, che fanno di queste poesie un "flash rapido, quasi fossero una fotografia, delle vicissitudini umane e del dolore". Le pagine si tingono di tinte accese, colpi d'occhio e squarci quotidiani nitidi e sfrontati, sventolanti come panni tesi al sole. Non ci sono fingimenti, persino i vicoli vengono smascherati da una "ipocrita cucina casereccia"[1]; l'io poetico qui dichiara guerra ad ogni ipocrisia "L'inchiostro strillava indomito/ l'indomani del velato non detto"[2] e poiché "la battaglia si vince solo intentandola"[3] Spurio si arma di parola e sdegno e reagisce alla storia, alla cronaca, alle...