Potrebbe essere veramente facile non capire NERO, e ancor più difficile dare un voto alla Visual Novel di Storm in a Teacup, team italiano che porta il suo primo titolo su Xbox One grazie al programma ID@Xbox. NERO è teoricamente un’avventura in prima persona dove il giocatore viene preso per mano e condotto attraverso una storia che di base dovrebbe essere almeno emozionante: non vi è un gameplay a fare da contorno, ma a tenere in piedi il prodotto è solamente la narrazione, la quale dovrebbe essere la colonna portante di una Visual Novel.
Ti racconto… una brutta storiaStoria, musica e colori… Dovrebbero essere queste le prerogative del lavoro di Storm in a Teacup, che ci prova lo dobbiamo ammettere, ma che purtroppo in sede di recensione si è dimostrato non più sottotono del previsto mettendoci di fronte ad una drastica mancanza, sia di stile che di fruizione. NERO non emoziona e colpisce mai, così come il poco coraggio e probabilmente esperienza che hanno portato il team italiano contro la paura e la fretta (solo un anno di sviluppo, per un progetto inizialmente pensato per Wii) di pubblicare un genere comunque complesso sugli schermi dei giocatori odierni. L’inserimento dei puzzle ambientali ci è sembrata una forzatura fin troppo marcata e nemmeno adeguata allo stile di gioco. Più in generale dobbiamo dire che girovagare in questi “quadri” non è stata un’esperienza che potremmo definire appagante e totalmente discostata dalle nostre aspettative.
In rete si trovano recensioni che elogiano, altre che distruggono NERO, utenti che lo esaltano. Molto probabilmente non lo abbiamo capito fino in fondo, ma noi sinceramente non ci abbiamo trovato niente di emozionante, come può essere un Journey o un Portal 2, due chiari esponenti ai lati di quello che tenta di fare, senza riuscirci, NERO. Dunque si parte all’avventura esplorando luoghi che hanno sì del magico mostrando un design ottimo, probabilmente la parte più riuscita del gioco insieme alla colonna sonora, ma che non basta per far emozionare e coinvolgere il giocatore fino in fondo. Il buio che avvolge il giocatore, luci, colori e strani animali, immedesimano e riescono in alcuni frangenti a colpire, ma la trama e i movimenti non aiutano a godersi l’esperienza.
Per quanto riguarda i movimenti ci troviamo di fronte ad un sistema legnoso e lento oltre ogni misura, così come i vari poteri magici che non sono proprio precisissimi. Per quanto riguarda la trama invece, senza fare spoiler dannosi e inutili, possiamo dire tranquillamente che è l’elemento più riuscito e il vero e proprio fulcro del gioco anche se non priva di gravi difetti, e sulla seconda parte va molto a calare divenendo quasi imbarazzante. In primis, il gioco è completamente localizzato in inglese, il che preclude ai più di comprendere fino in fondo la storia, in più, pensando che NERO è stato sviluppato da italiani siamo rimasti abbastanza spiazzati davanti a tale scelta. In secundis, sia per quanto riguarda le scritte che troveremo sul nostro cammino, che hanno la priorità di raccontarci la storia attraverso frasi a schermo abbastanza ingombranti, sia per quanto riguarda la voce narrante siamo distanti anni luce dalla narrazione di una voce fuori campo come quella che presentava Bastion.
Stessa amarezza per quanto riguarda gli ambienti, sì belli da vedere ma vuoti e con un’interazione pari allo zero. Altra pecca sono gli enigmi, tutti facili, banali e risolvibili grazie al potere magico del nostro protagonista, basterà veramente un niente per capire cosa fare e dove andare, arrivando ai titoli di coda in meno di quattro ore, districandosi tra i quattro capitoli disponibili comprensivi di tutti i collezionabili. Probabilmente lo sviluppatore ha inserito i vari puzzle ambientali senza voler bloccare chi si volesse godere la storia senza impegno, e lo dimostra il fatto che si possano anche saltare. Magari qualcuno apprezzerà, ma per noi è uno scempio, così come il prezzo (20 euro) che è una somma spropositata sia per la longevità che per l’esperienza offerta. Per quanto riguarda il comparto tecnico, crediamo che NERO si muovi sui 15/20 frame con quadri sporchissimi e che a schermo non presentano niente che giustifichi questi cali continui, tranne gli effetti di luce i quali ci sono piaciuti veramente tanto e ricoprono un ruolo fondamentale, insieme all’oscurità che fa da padrone all’intera esperienza. Chiudiamo con la colonna sonora, uno dei pezzi veramente forti del gioco, che non mancherà di accompagnarci degnamente nelle noiose scampagnate per i livelli. Finiamo col dire che noi siamo convinti che da Storm in a Teacup e più in generale dai team italiani ci si debba aspettare di più e da NERO in particolar modo ci aspettavamo di più: peccato sia stato una delusione veramente oltre ogni limite su molti aspetti… Un vero peccato!