L'altro giorno Mastromonti, con una supponenza professorale solo lievemente celata dal suo celebratissimo e sottilissimo (e talvolta stucchevolissimo) senso dell'umorismo, ha affermato che se l'Italia non è pronta alle riforme del suo governo, lui può anche lasciare. Non dice quindi che le "sue" proposte di riforma possano essere giuste o sbagliate a seconda del punto di vista, no. Egli sostiene che le "sue" ricette siano giuste a prescindere e se il Paese non le capisce è solo perchè "non è ancora pronto". Ma è solo questione di tempo, perchè il Paese a quelle "sue" giustissime e indiscutibilissime ricette prima o poi ci dovrà arrivare.
Più o meno come quel ragazzino che vedendosi mollato dalla ragazzina, cerca di farsene una ragione dicendo "è lei che non mi merita".
Oggi invece, dalla Cina con furore, cerca di menare fendenti e prova a fare il figo dicendo che lui sì che ha il consenso, non quei carrozzoni scassati dei partiti (sintetizziamo).
Carrozzoni però che sono passati al vaglio del "popolo", che sono stati votati dall'80% degli "elettori", che sorreggono lui e i suoi ministri non votati mai da nessuno.
E dice tutto ciò proprio mentre i sondaggi lo danno in fase calante.
Più o meno come quel ragazzino non corrisposto in amore che, solo soletto nella sua stanzetta, un minuto prima di scoppiare a piangere, si ripete che tanto a lui non gliene frega niente, è talmente figo che può trovarsene quante ne vuole.