(Apro una piccola parentesi per tutti i detrattori del capoluogo lombardo: che si facciano 2 passi per la città in questi giorni, non potranno che trovarla magnifica)
Cappuccino, dicevo. Guardo fuori dalle vetrate di questo bar un po' anonimo all'ultima moda e vedo uno strano trabicolo. Aggiusto gli occhiali e scopro che si tratta di un camion simile a quelli del soccorso stradale. Procede in retro sulla strada, sullo sfondo il verde di Parco Sempione. Guardo meglio e vedo che sopra il camion c'è appoggiata una macchina grigio metallizzato. Appoggiati sul cofano ci sono almeno 5 o 6 persone con in mano strani oggetti. Guardo ancora meglio, rovistando in fondo ai miei 10/10 artificiali, e vedo che si tratta di nere telecamere. C'è anche un regista (o perlomeno un tipo che ha un cappellino che lo fa sembrare un novello Spielberg), qualche riflettore. Finisco il cappuccio e cammino sul marciapiede, a pochi metri da questa situazione un po' surreale. Vedo un ragazzo rasta con una maglietta blu e una ricetrasmittente in mano. Mi avvicino:
- Che si gira?- Uno spot pubblicitario!- Peccato, pensavo un film...- ...- E uno spot di che cosa?- Eh eh... un caffè- Ah, ok..
Mi allontano un po' deluso. Vedere film ambientati nelle città che conosco mi dàsempre un senso di soddisfazione particolare.
Qualche ora più tardi, ovvero qualche minuto fa, sul sito del corriere scopro che il caffè non era un caffè qualsiasi, così come il testimonial...