Magazine Cultura

“Nessun dorma” di Alistair Morgan

Creato il 02 novembre 2011 da Sulromanzo

Nessun dormaQuando si dice la sincronicità (approfittate di Wikipedia, fino a quando qualche eccelsa mente non creerà un altro motivo per vergognarci di essere italiani): ho appena finito “Nessun dorma”, del sudafricano Alistair Morgan. Libro che inizia con un incidente di auto, e subito mi capita un bel tamponamento nella vita reale. L'unica differenza sta nella gravità del fatto.

Il protagonista della storia, un giornalista free-lance di nome John Wraith, rimane ferito in volto e perde moglie e figlia nello schianto. Risvegliandosi dal coma, si ritroverà a fare i conti con la propria memoria confusa e i sensi di colpa.

Da dove possiamo partire per dire che il libro, a mio parere, non funziona?

Direi di iniziare dalla cicatrice vistosa che quest'uomo si porta appresso, ma che, a parte un inizio in cui la descrizione la fa pesare a tal punto da prendere in considerazione un'operazione di chirurgia estetica, sparisce nella narrazione. Nessuno dei personaggi che incontrerà nella storia chiederà nulla di quella cicatrice o manifesterà il minimo sentimento di compassione o ribrezzo. Un elemento che ci viene presentato subito, in prima pagina, e in pompa magna, dovrebbe avere poi un peso all'interno della narrazione. Altrimenti distrae il lettore.

Secondo punto debole: la famiglia. Questa povera moglie e questa povera figlia sono dimenticate durante il romanzo, per lasciare spazio a sesso e scazzottate (comunque descritte molto bene, ma questo è il mio lato pulp che parla). All'inizio, la comparsa di riflessioni “famigliari” è consistente e funziona, ma piano piano questo aspetto si banalizza un po', e così la piega che avevano preso le elucubrazioni mentali del protagonista, indirizzate sul fatto di non ricordarsi se aveva avuto qualche motivo per voler uccidere i propri famigliari e di interrogarsi sul suo rapporto che, nella sua mente confusa, risulta a volte idilliaco e a momenti in sfacelo.

Altra cosa che non mi ha convinto è la direzione che prende il libro. La parabola che la storia compie non porta da nessuna parte. Capisco perfettamente l'intento dello scrittore di realizzare un romanzo un po' pessimista e con una fine non proprio lieta, ma ad un certo punto sembra di leggere due libri differenti: in uno c'è il giornalista che ha un incidente e deve fare i conti con se stesso e la sua memoria; nel secondo un uomo solitario che si chiude, fuori stagione, in un luogo di villeggiatura, a contatto con le proprie pulsioni animali ed istintive, le quali lo portano a venire a contatto con un'altra famiglia che ha subito una grossa perdita. Un ruolo importante lo giocherà la figlia maggiore di questa famiglia in crisi; ma purtroppo, anche questo ruolo verrà banalizzato in una fantasia sessuale adolescenziale che servirà solo a fare da miccia per un'altra faciloneria da scrittori: è la sana e vecchia violenza gratuita.

Per finire, una piccola chicca che potrete trovare a pagina 130, e che ha messo in discussione tutti i miei prossimi acquisti della Fandango Libri. Non sono mai stato pignolo per quanto riguarda gli errori (visto che poi ne faccio in quantità industriali), ma alcune cose non possono sfuggire ad una casa editrice che si dovrebbe porre ad un certo livello di professionalità. Ebbene, a pagina 130, riga 10, ci viene descritta una simpatica cena conviviale fra il protagonista e la famigliola. Nella descrizione della figlia, ad un certo punto spunta la frase «tra un minuscolo boccone e l'altro si appoggia allo schienale della sedia, le armi incrociate sul petto...».

Ora, i casi sono due: o non mi sono accorto che la figlia si era trasformata in un killer a pagamento o, ancora peggio, in Wolverine, nel giro di pochi istanti, oppure hanno usato il traduttore di Google per trovare “ARMS” che, mi dicono dalla regia, vuole dire “BRACCIA”, prima che “ARMI”.

P.S.: per le persone che si sono preoccupate (ovviamente molte), comunque, tutto bene il mio incidente, sono ancora tutto intero.

Media: Scegli un punteggio12345 Il tuo voto: Nessuno Media: 4.5 (2 voti)

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :